La Namibia è uno stato molto giovane, indipendente dal 1990 (terzultimo in Africa, dopo di lei solo l'Eritrea e il Sud Sudan). La storia che portò quel 21 marzo 1990 alla dichiarazione d'indipendenza è molto complessa ed è legata intimamente alla guerra fredda e alla contrapposizione tra i blocchi, che in Africa del Sud ha significato entrare nel vivo della guerra d'Angola e dell'apartheid sudafricano.
La regione dell'attuale Namibia, abitata da popoli boscimani fin dall'antichità, fu toccata dai portoghesi verso la fine del 1400, ma il territorio desertico rese difficile le esplorazioni verso e dall'interno. Nel XIV secolo arrivarono i primi popoli bantu, tra cui gli Ovambo (che oggi costituiscono circa il 50% degli abitanti) e gli Herero (circa il 10%). A partire dal XVI secolo gli europei (portoghesi, olandesi, inglesi e tedeschi) mostrarono qualche interesse per quest'area, ma solo alla fine del 1800 si delinearono i ruoli sul campo. Gli inglesi nel 1878 occuparono la zona della Walvis Bay, annettendola alla Colonia del Capo, mentre nel 1884 i tedeschi estesero il loro protettorato su tutta l'area, ad accezione dell'enclave di Walvis Bay. I motivi furono quelli economici: le miniere di rame e i diamanti (Vedi la storia di Kolmanskop). Queste condizioni portarono, unica eccezione in Africa, il colonialismo tedesco a far giungere nel paese molti coloni (le cui tracce, nella toponomastica e nelle costruzioni ancora oggi si vedono).
Già tra il 1893 e il 1894 vi furono le prime rivolte degli abitanti locali (Nama e Ottentotti) duramente represse, ma furono gli Herero (e i Nama con essi) a pagare maggiormente la loro ribellione, che iniziata nel 1904, finì pochi anni dopo, nel 1908, con un vero e proprio genocidio (fu eliminata l'80% della popolazione herero), dove furono fatti i primi esperimenti di eugenetica.
Alla fine della I guerra mondiale i tedeschi persero le loro colonie e il territorio dell'Africa del Sud Ovest fu affidata dagli inglesi al governo bianco del Sudafrica (che nel 1920 ottenne anche il mandato della Lega delle Nazioni).
Dopo la seconda guerra mondiale, le Nazioni Unite iniziarono a chiedere al Sudafrica larghe autonomie per la Namibia e un'amministrazione controllata dalle stesse Nazioni Unite. Il Sudafrica rifiutò e governò il territorio della Namibia come una sua provincia, in cui valsero le stesse leggi dell'apartheid, da poco entrate in vigore.
Negli anni sessanta, quando la storia coloniale europea (per lo meno per come era intesa al tempo) andò ad esaurirsi, la gestione della Namibia balzò agli occhi come vera e propria "occupazione" sudafricana.
Nacque così negli anni '60 la SWAPO (South West African People's Organization), movimento politico di ispirazione marxista, che con un braccio armato (PLAN - People Liberation Army of Namibia)) iniziò, a partire dal 1966, una lunga e sanguinosa guerriglia, sfruttando le basi dello Zambia e alleandosi con l'African National Congress (ANC) di Mandela.
Con l'indipendenza dell'Angola (1975), la SWAPO (che era legata all'MPLA angolano) trasferì le sue basi in Angola, legando in modo definitivo le sue sorti alla guerra civile angolana.
Il Sudafrica chiuse le porte ad ogni negoziato internazionale e nel dicembre 1978 indisse, unilateralmente, delle elezioni in Namibia (boicottate dalla SWAPO e da altre forze politiche) senza osservatori internazionali.
Il periodo di tempo tra il 1966 e il 1988 fu un susseguirsi di tentativi, falliti, di negoziazione in cui la Nazioni Unite nominarono ben sette commissari speciali per la Namibia (tutti rifiutati dal Sudafrica), senza riuscire a fare minimi passi in avanti.
La fine della guerra fredda, il logoramento della guerra angolana, le pressioni internazionali verso il Sudafrica, l'affacciarsi della fine del sistema dell'apartheid portano agli accordi che, assieme alla cessione del controllo della Namibia introdussero anche il ritiro della truppe cubane, oramai impantanate nella guerra civile angolana. Nel novembre 1989, elezioni molto partecipate (98% degli aventi diritti) diedero la vittoria alla SWAPO (57%) e il suo segretario, nonchè co-fondatore, l'ex-ferroviere Sam Nujoma, ritornò dopo 30 anni in Namibia, assumendo la carica di primo Presidente del Paese. La Walvis Bay restò sudafricana fino al 1994 (ovvero poco prima delle elezioni in Sudafrica che incoronarono Nelson Mandela),
Nujoma, governo per 3 mandati, fino al 21 marzo 2005, quando annunciò di non candidarsi (fu eletto Hifikepunye Pohamba) volendosi ritirare dalla vita politica (in realtà su pressione popolare mantenne la carica, forse più onoraria, di Presidente del partito).
Già tra il 1893 e il 1894 vi furono le prime rivolte degli abitanti locali (Nama e Ottentotti) duramente represse, ma furono gli Herero (e i Nama con essi) a pagare maggiormente la loro ribellione, che iniziata nel 1904, finì pochi anni dopo, nel 1908, con un vero e proprio genocidio (fu eliminata l'80% della popolazione herero), dove furono fatti i primi esperimenti di eugenetica.
Alla fine della I guerra mondiale i tedeschi persero le loro colonie e il territorio dell'Africa del Sud Ovest fu affidata dagli inglesi al governo bianco del Sudafrica (che nel 1920 ottenne anche il mandato della Lega delle Nazioni).
Dopo la seconda guerra mondiale, le Nazioni Unite iniziarono a chiedere al Sudafrica larghe autonomie per la Namibia e un'amministrazione controllata dalle stesse Nazioni Unite. Il Sudafrica rifiutò e governò il territorio della Namibia come una sua provincia, in cui valsero le stesse leggi dell'apartheid, da poco entrate in vigore.
Negli anni sessanta, quando la storia coloniale europea (per lo meno per come era intesa al tempo) andò ad esaurirsi, la gestione della Namibia balzò agli occhi come vera e propria "occupazione" sudafricana.
Nacque così negli anni '60 la SWAPO (South West African People's Organization), movimento politico di ispirazione marxista, che con un braccio armato (PLAN - People Liberation Army of Namibia)) iniziò, a partire dal 1966, una lunga e sanguinosa guerriglia, sfruttando le basi dello Zambia e alleandosi con l'African National Congress (ANC) di Mandela.
Con l'indipendenza dell'Angola (1975), la SWAPO (che era legata all'MPLA angolano) trasferì le sue basi in Angola, legando in modo definitivo le sue sorti alla guerra civile angolana.
Il Sudafrica chiuse le porte ad ogni negoziato internazionale e nel dicembre 1978 indisse, unilateralmente, delle elezioni in Namibia (boicottate dalla SWAPO e da altre forze politiche) senza osservatori internazionali.
Il periodo di tempo tra il 1966 e il 1988 fu un susseguirsi di tentativi, falliti, di negoziazione in cui la Nazioni Unite nominarono ben sette commissari speciali per la Namibia (tutti rifiutati dal Sudafrica), senza riuscire a fare minimi passi in avanti.
La fine della guerra fredda, il logoramento della guerra angolana, le pressioni internazionali verso il Sudafrica, l'affacciarsi della fine del sistema dell'apartheid portano agli accordi che, assieme alla cessione del controllo della Namibia introdussero anche il ritiro della truppe cubane, oramai impantanate nella guerra civile angolana. Nel novembre 1989, elezioni molto partecipate (98% degli aventi diritti) diedero la vittoria alla SWAPO (57%) e il suo segretario, nonchè co-fondatore, l'ex-ferroviere Sam Nujoma, ritornò dopo 30 anni in Namibia, assumendo la carica di primo Presidente del Paese. La Walvis Bay restò sudafricana fino al 1994 (ovvero poco prima delle elezioni in Sudafrica che incoronarono Nelson Mandela),
Nujoma, governo per 3 mandati, fino al 21 marzo 2005, quando annunciò di non candidarsi (fu eletto Hifikepunye Pohamba) volendosi ritirare dalla vita politica (in realtà su pressione popolare mantenne la carica, forse più onoraria, di Presidente del partito).
Oggi, con poco più di 2,1 milioni di abitanti (di cui oltre 300 mila nella capitale Windhoek) e con un'estensione di oltre 820 mila chilometri quadrati (quasi 3 volte l'Italia) la Namibia è il secondo stato al mondo, dopo la Mongolia, meno densamente popolato.
E' lecito affermare che la storia della Namibia, sia legata a quella della guerra fredda, seppur rappresentandone una parte sicuramente meno conosciuta e studiata.
E' lecito affermare che la storia della Namibia, sia legata a quella della guerra fredda, seppur rappresentandone una parte sicuramente meno conosciuta e studiata.
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