Raccontare e parlare dell'Africa è un esercizio difficile. In primo luogo e' un continente vasto, con situazioni, storie, vissuti e persone molto differenti tra di loro; l'immagine che si ha dell'Africa è quindi frutto della complessità, di secoli di storia e di decenni di comunicazione, inevitabilmente sintetica, approssimativa e finalizzata. L'Africa è diventata il luogo, marginale e lontano, di mali infiniti e di tragedie immani, che, raccontate, avevano principalmente il compito di sensibilizzare, quando con traumatizzare, l'opinione pubblica per renderla più propensa agli aiuti, alla carità e all'elemosina.
Un'immagine che dovendo far risaltare elementi negativi (che sia chiaro, i drammi ci sono stati e continuano ad esserci), ignorava bellezze e ricchezze, umane e culturali, che caratterizzano in modo peculiare il continente nero.
Dal 2010 quando è nata African Voices (di cui Sancara aveva parlato in questo post), una multipiattaforma che parla d'Africa curata da Marco Pugliese, la situazione ha assunto, per i lettori italiani e non solo, una dimensione diversa.
L'obiettivo di AF è stato sempre quello di raccontare un'altra Africa, quella del quotidiano africano (sempre con informazioni di prima mano e quasi sempre dal posto) e quelle che difficilmente trovano spazio nei media. Un approcio sensibile e critico, che ha coinvolto una comunità sempre più vasta (oggi sono oltre 112 mila gli iscritti alla pagina Facebook, con una crescita di 10-12 mila nuovi fans al mese), desiderosa di raccontare, conoscere e condividere la realtà africana. Una comunità fatta di giornalisti, blogger, operatori umanitari, imprenditori, fotografi e lettori, che si allarga e accresce la sua capacità di incidere nelle scelte di altri. Emblematico è stato il caso della trasmissione televisiva Mission (una sorta di reality show condotta nei campi profughi, che spettacolarizzava la miseria, prodotta dalla Rai nel 2013), su cui African Voices ha condotto una dura campagna contro, sempre documentata e puntuale, e che ha determinato il fallimento dello show.
Dal 1 giugno 2014 il vulcanico Marco Pugliese ha lanciato una nuova e straordinaria sfida, quella di African Voices Web Tv. Un "canale televisvo" su web che attraverso un gruppo di una quindicina (per ora) di giornalisti e blogger sparsi nel continente (dal Camerun all'Uganda, dal Kenya all'Egitto) produce in proprio materiali video su fatti africani, sempre con l'attenzione alla sensibilizzazione, alle inchieste, ai diritti umani e al mondo meno conosciuto, anche del turismo responsabile, che difficilmente trova spazio nelle comunicazioni ufficiali.
Una piattaforma che raggiungerà non solo l'oramai vasta comunità di Africa Voices, ma che ha l'ambizione di dialogare con un pubblico qualificato italiano e non solo, per informare e per mettere in moto sinergie e relazioni tra i mondi culturali e imprenditoriali africani e europei. I filmati, in inglese, francese e italiano, vogliono mostrare un'Africa diversa e contribuire a creare quella nuova immagine che il continente reclama a grande voce.
Un contributo che da più parti (soprattutto nel mondo dell'imprenditoria sostenibile) si chiede come cardine centrale di un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare, arricchendoli e salvaguardandoli, tradizione e modernità.
Sancara seguirà con grande attenzione African Voices WebTv, sicuro che gli sviluppo di questa piattaforma saranno interessanti e stimolanti.
Tra i primi contributi di Africa Voices Web Tv, questa intervista ad una donna egiziana sulle violenze e sugli abusi, inviata dalla blogger egiziana Jasmin Isam.
Oppure la singolare storia di un bambino di Kampala nato con otto arti in un video del giornalista Marvis Birungi
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