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martedì 15 luglio 2014

Nadine Gordimer (1923-2014)

Ieri, nella sua casa a Johannesburg, città dove era nata oltre 90 anni fa, è morta quella che unanimamente è ritenuta la più importante scrittrice sudafricana, Nadine Gordimer. In un'intervista a Repubblica aveva, in occasione dell'uscita del suo ultimo romanzo, dichiarato di essere malata di cancro al pancreas.

Nadine Gordimer, figlia di immigrati ebrei (padre lettone, madre londinese) è stata sicuramente un'autentica "africana bianca". Ha speso la sua intera vita a denunciare, con i suoi scritti e le sue azioni, il regime di segregazione razziale in Sudafrica, che fin dai tempi dei suoi studi universitari (mai conclusi) l'aveva fatta indignare.
Era entrata in contatto con l'African National Congress (ANC) di Nelson Mandela, dove si era iscritta quando il partito era clandestino, e con Mandela, che aveva conosciuto nel 1964. A Mandela è rimasta legata da amicizia e rispetto fino alla sua morte, quando aveva scritto " Noi sudafricani siamo fortunati ad averlo avuto con noi. Perché se dovessi provare a spiegare tutto quello che ho avuto da lui, io che sono fra le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo di persona, credo che non ci riuscirei. Madiba era un democratico naturale, una cosa piuttosto inusuale in Africa. In un continente che ha lottato per decenni per liberarsi dalla dominazione straniera e raggiungere la libertà, è raro trovare qualcuno che non basi la sua azione sull'odio o il risentimento".

La Gordimer è stata sicuramente una voce critica e pungente contro il regime dell'apartheid (tanto da dover lasciare il paese) ma, allo stesso tempo non ha risparmiato critiche anche aspre alla gestione del Paese e del Partito del dopo Mandela, accusando, a ragione, la classe dirigente dell'ANC di aver tradito lo spirito e l'impegno del Madiba.

Ma, la Gordimer, Premio Nobel per la Letteratura nel 1991 (una dei quattro africani a riceverlo), ha lottato una vita contro le ingiustizie e le miserie africane. Ha sempre sostenuto le cause della lotta all'AIDS e dei diritti umani, come elemento indivisibile dell'eliminazione della segregazione razziale e come pilastro dello sviluppo e delll'emancipazione sociale. Con la stessa tenacia e con uguale impegno ha lottato contro la sua malattia.

Con lei, esce di scena un'altra anima nobile africana. Una donna capace di raccontare, con una scrittura bella ed elegante, un mondo per alcuni distante mille miglia e di renderlo comprensibile e chiaro. Come molti le letture della Gordimer hanno accompagnato la mia crescita e contribuito a far radicare l'indignazione verso ogni forma di razzismo e l'amore per l'Africa.

Grazie Nadine (mi permetto questa piccola confidenza) per tutto quello che hai insegnato a me e a molti altri. Mi auguro che i miei figli quando cresceranno, guardando un intero scaffale dei tuoi libri nella nostra libreria, possano amarti come ho fatto io. Buon viaggio e ancora grazie.

La signora Gordimer era molto legata all'Italia (sia perchè Giangiacomo Feltrinelli aveva da subito pubblicato tutte le sue opere) sia perchè una sua figlia vive in Piemonte.

Ecco la sua bibliografia dal sito della Feltrinelli

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