La città, costruita in un terreno arido e sabbioso, poco distante dal fiume Niger, si trova di fatto nel deserto del Sahara, lontana da altri centri abitati, nella regione contesa dell'Azauad del Mali. Fondata durante il V secolo, ma raggiunse il suo massimo splendore e prestigio tra il 1300 e il 1500 quando divenne il più importante centro culturale e commerciale (si faceva mercato di oro, sale e schiavi, le più importanti risorse dell'epoca) del Nord Africa. Durante quel periodo furono costruiti la gran parte degli edifici oggi conservati e raggiunse una popolazione vicina ai 100 mila abitanti. Inoltre, nacque in quell'epoca l'Univesità di Sankora, tra le prime Univeristà del mondo che arrivò ad avere, nel suo apogeo, anche 25 mila studenti. Il decadimento della città iniziò alla fine del XVIII secolo e quando fu conquistata dai francesi nel 1894 si presentava già come una città in rovina. Oggi la città conta poco più di 50 mila abitanti.
Nel 1988 il sito di Timbuctu è stato inscritto tra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO. Le sue tre grandi moschee (Djingareyber, Sankore e Sidi Yahia), i 16 mausolei e molti edifici pubblici, costruiti in fango, rappresentano delle testimonianze uniche e molto belle, dell'architettura islamica di quel periodo. Inoltre, l'importanza come centro culturale e religioso islamico della città, ha permesso di custodire oltre 700 mila manoscritti arabi, che abbracciano tutto il sapere umano, i quali costituiscono un sicuro e importante patrimonio culturale mondiale.
La città di Timbuctu è stata purtroppo fortemente danneggiata dalla guerra scoppiata in Mali tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013 (sul tema, e sulla criminale distruzione del patrimonio storico-culturale vi rimando a questo post di Sancara).
La "città dei 333 santi" è stata saccheggiata e bruciata, da una follia criminale che non deve assolutamente essere confusa con superficiali valutazioni religiose. Nel 2012 l'UNESCO ha inserito il sito di Timbuctu tra i siti patrimonio dell'Umanità a rischio (assieme all'altro sito maliano, la tomba di Askia) e come tale è iniziata una tutela internazionale tesa a ricostruire, riparare e salvaguardare questo patrimonio di inestimabile valore. Recentemente l'UNESCO ha dichiarato che sono stati investiti già tre milioni di dollari (in un progetto avviato nel marzo 2013) e che altri otto sono necessari per "ripristinare" la situazione.
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