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giovedì 28 agosto 2014

C'e l'Africa nella donna più bella del mondo

La rivista People l'ha definita la donna più bella del mondo. Per Lupita Nyong'o il 2014 sarà l'anno che ricorderà per sempre. L'anno che l'ha consacrata nel mondo del cinema e della bellezza. Lupita, che ha da poco superato i 30 anni, ha vinto l'Oscar come migliore attrice non protagonista per il film 12 anni schiavo, è stata scelta come testimonial da una importante casa di cosmetici, è ritratta in tutte le riviste di moda e di costume ed infine è stata giudicata la donna più bella del mondo. Credo che, per ora, possa bastare.

Lupita è keniota di etnia Luo. Sebbene il suo certificato di nascita reca anche la nazionalità messicana (dove effettivamente è nata a Città del Messico il 1 marzo 1983), ella è figlia (seconda di sei) di Dorothy e di Peter Anyang' Nyong'o, oggi senatore keniano dell'Orange Democratic Movement (trasferitosi in Messico per lavoro quando era docente universitario di Scienze Politiche) e in Kenya ha trascorso la sua infanzia e l'adolescenza.

Cresce in un'ambiente, alla periferia di Nairobi, della classe medio-alta africana. Studia e si appassiona alla recitazione. A 16 anni torna per 8 mesi in Messico a Taxco a studiare spagnolo. Si diploma nel 2001 alla Saint Mary School di Nairobi (una scuola privata cattolica) e successivamente si trasferisce negli Stati Uniti prima all'Hamphire Collage di Amherst (dove si laurea in teatro e cinema) e poi alla Yale School of Drama di New Haven.

Svolge qualche piccolo ruolo (un cortometraggio e una mini-serie televisiva) fino a quando viene scelta da Steve McQueen (nulla a che fare con l'attore morto nel 1980) per il suo film 12 anni schiavo (decisamente un bel film), basato sul libro autobiografico di Solomon Northup (nel film interpretato dall'inglese di origine nigeriane Chiwetel Ejofor) del 1853. A Lupita è affidata la parte di Patsey, una giovane e bella schiava, oggetta dei desideri (e non solo) sessuali del padrone.

Il film è la sua consacrazione. Bella e brava, raggiunge come lei ha avuto modo di dire, il suo sogno di bambina.
Ha poi lavorato nel thriller Non Stop con Liam Nesson e Julianne Morre e la sua carriera sembra lanciata verso mete prestigiose e ambiziose.

Lupita, che ama anche fare il regista, ha prodotto, diretto e scritto nel 2009 un documentario, In My Genes, che racconta la storia di 8 ragazzi albini del Kenya. Ecco in questo come video come Lupita lo raccontò quando lo presentò. In esso si evidenzia il suo piglio di donna bella e impegnata.

Sono sicuro che sentiremo ancora parlare, molto di lei. Con se porta il colore,  le emozioni e il respiro della terra africana, che mi auguro non smetta mai di accompagnarla nella sua vita. Così come spero che l'Africa possa rimanere al centro della sua esistenza e delle sue scelte future di attrice, regista e di donna.

Good luck, Lupita!

Lupita è il diminutivo di Guadalupe.

Ecco un'intervista a Lupita su The Telegraph

Ecco un post di Sancara sull'Albinismo

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