Questo post l'ho pubblicato sul mio blog Giornodopogiorno - Date che contano, un piccolo prodotto che ricorda i fatti avvenuti nei vari giorni dell'anno. Frammenti di storie e di ricordi, a volte non proprio conosciutissimi.
Trattandosi di un fatto, drammatico e insolito, che riguarda il continente africano, ho deciso di ripubblicarlo su Sancara. Certo non è una data storica per l'Africa. E' senz'altro una data drammatica per chi quel mattino non ha visto più il giorno e per i loro familiari.
Ecco il post di Giornodopogiorno
Pochi forse ricordano quel che accadde la notte del 21 agosto 1986 nel nord-ovest del Camerun.
Quella notte morirono soffocati nel sonno 1700 persone (oltre a 3500
capi di bestiame). La scena per molti versi apocalittica avvenne nei
pressi del Lago Nyos, un lago vulcanico di grande profondità (oltre 200 metri).
Inizialmente si ipotizzò che a uccidere tutte quelle persone, che non
ebbero scampo, fosse stata una nube di anidride solforosa sprigionata da
un'eruzione vulcanica sotterranea.
Come avviene per molte cose africane, poco si sa su chi erano le
vittime, le loro storie, i sopravvissuti e altre cose che riguardano gli
aspetti più drammatici di quella notte.
Si scoprì poi che la causa era stata un'enorme nube di anidride carbonica (80 milioni di metri cubi) che si propagò per circa 25 chilometri intorno al lago. La nube fu determinata da un'eruzione limnica
(detta anche ribaltamento del lago), ovvero dalla rapida risalita dalle
acque profonde del lago di un'enorme bolla di anidride carbonica. Gli
studiosi spiegano la faccenda in questo modo: i
primi 40 metri di superficie di acqua del lago sono composti da acqua
sorgiva e piovana, i sottostanti 140 metri sono composti da acqua
densamente ricca di anidride carbonica che non si mescola con quella
superficiale. Uno smottamento o una variazione climatica possono far
risalire improvvisamente in superficie l'anidride carbonica, generando
il disastro che avvenne in Camerun.
Il lago fu subito evacuato e dal 2001
(e successivamente nel 2010) sono stati inseriti dei sifoni di sfiato -
degli enormi tubi che pescono l'acqua sotto i 40 metri e fanno risalire
(sfiatare, o meglio degassare) in superficie una parte di anidride
carbonica insieme a grandi quantità di acqua.
Questa operazione,
progettata a partire dalla metà degli anni 90, ha trovato anche voci
critiche all'interno della comunità scienfifica, le quali sostengono
l'inutilità di tale procedura.
Nessun commento:
Posta un commento