Il Parco Nazionale di Manovo-Gounde St.Floris si trova nella Repubblica Centrafricana, al confine con il Ciad. Con una superficie di 17.400 chilometri quadrati è il più grande parco della savana dell'Africa Centrale. La sua area, posta tra i 400 e gli 800 metri di altitudine, rappresenta un punto di transizione tra l'Est e l'Ovest dell'Africa e tra il Sahel e la foresta pluviale, rendendolo quasi unico come ambiente. Area protetta fin dal 1933, ha aumentato le sue dimensioni (modificando anche più volta il nome) giungendo fino all'attuale area e denominazione (attribuzione avvenuta il 19 maggio 1979). E' diventato nel 1988 Patrimonio dell'Umanità UNESCO a causa della sua grande biodiversità animale e vegetale. Solo 9 anni dopo, nel 1997 il parco fu inserito dall'UNESCO nella lista - dove ancora oggi è collocato - dei Patrimoni a rischio a causa dell'intervento di distruzione umana.
Tra le specie animali presenti nel parco (60 specie di mammiferi), di particolare rilievo il Rinoceronte Nero (la popolazione oramai ridotta a poche unità), l'Elefante, il Leopardo, il Ghepardo, il Bufalo, la Giraffa e la Gazzella dalla fronte rossa.
Il parco, che era stato oggetto, a partire dagli anni '80 della furia dei bracconieri, interessti soprattutto agli elefanti e ai rinoceronti (una stima portò a calcolare l'uccisione fino all'80% di alcune specie animali), visse il suo periodo peggiore nel 1997, quando all'inizio dell'anno 4 memebri dello staff del parco furono uccise dai bracconieri durante il loro lavoro.
L'UNESCO, di concerto con il governo, inserì il Parco tra i Patrimoni dell'Umanità a Rischio e concordò la necessità di affidare ad una fondazione privata la gestione del Parco. Le cose sono migliorate, ma, anche a causa dell'instabilità politica dell'area e alle tensioni belliche, il parco resta tra i Patrimoni a rischio.
Assieme ai bracconieri, il parco risente anche degli incendi praticati per favorire i pascoli, che erodono ettari di foresta e di savana.
Tra le specie animali presenti nel parco (60 specie di mammiferi), di particolare rilievo il Rinoceronte Nero (la popolazione oramai ridotta a poche unità), l'Elefante, il Leopardo, il Ghepardo, il Bufalo, la Giraffa e la Gazzella dalla fronte rossa.
Il parco, che era stato oggetto, a partire dagli anni '80 della furia dei bracconieri, interessti soprattutto agli elefanti e ai rinoceronti (una stima portò a calcolare l'uccisione fino all'80% di alcune specie animali), visse il suo periodo peggiore nel 1997, quando all'inizio dell'anno 4 memebri dello staff del parco furono uccise dai bracconieri durante il loro lavoro.
L'UNESCO, di concerto con il governo, inserì il Parco tra i Patrimoni dell'Umanità a Rischio e concordò la necessità di affidare ad una fondazione privata la gestione del Parco. Le cose sono migliorate, ma, anche a causa dell'instabilità politica dell'area e alle tensioni belliche, il parco resta tra i Patrimoni a rischio.
Assieme ai bracconieri, il parco risente anche degli incendi praticati per favorire i pascoli, che erodono ettari di foresta e di savana.
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