Tra gli animali esclusivamente africani, il Facocero (Phacochoerus africanus) merita un posto di rilievo. La sua importanza è data dal fatto che questo animale, simile al cinghiale e al maiale (appartiene alla stessa famiglia dei Suidae), costituisce una delle principali fonti di alimentazione dei predatori africani ed in particolare dei leoni. Grazie alla sua similitudine con il maiale, esso non viene consumato dalle popolazioni mussulmane, per cui oggi la specie non risulta essere minacciata ed è stabile numericamente.
Il suo essere preda non equivale al fatto che sia una facile preda! Con una possente mole (il maschio adulto può arrivare a pesare 150 chilogrammi), una struttura muscolare poderosa e potente (lo rendono molto veloce) e due grosse e appuntite zanne (più grandi nel maschio) anche per i grandi felini delle savane, non rappresenta una semplice preda.
habitat del facocero |
Il facocèro (l'accento è sulla e, contrariamente a quanto in uso correntemente), chiamato dagli anglosassoni warthog o wild pig, è costituito da quattro sottospecie che vivono nelle savane e nelle boscaglie di quasi tutta l'Africa Sub-Sahariana.
Mangiano frutta, radici, piante e insetti, sebbene non è infrequente vederli mangiare carogne di animali più grandi.
Le femmine (più di una) vivono in branco con i propri cuccioli, che difendono con tutte le loro forze, non esitando ad attaccare (e spesso sconfiggere) predatori più grandi e perfino l'uomo. I maschi, solitari, si aggregano al branco durante la stagione degli accoppiamenti.
Tra i comportamenti dei facoceri vi è l'abitudine ad inginocchiarsi sulle zampe anteriori durante i pasti. La loro posizione è comunque sempre guardinga e reattiva, riescono infatti ad alzarsi e a mettersi in moto con estrema facilità e velocità.
Nel film Il Re Leone (1994), vi è un simpatico facocero (Pumbaa) che assieme all'amico Timon (un suricato) aiutano il giovane leone Simba a riconquistare il trono usurpato.
Nel film Il Re Leone (1994), vi è un simpatico facocero (Pumbaa) che assieme all'amico Timon (un suricato) aiutano il giovane leone Simba a riconquistare il trono usurpato.
Nel 1991, in Tanzania, ebbi il primo incontro con due simpatici facoceri. Girovagavano, guardinghi, per la savana, nei pressi di una piccola pozza d'acqua. Poco più il là, nascosta, controvento e tra l'erba secca, vi era una leonessa in assetto da caccia. Ci fermammo, sicuri di essere pronti ad assistere, ad una emozionante scena di caccia e al prelibato pasto del re della savana. Via via che i due facoceri si avvicinavano alla pozza, sempre osservandosi intorno, la leonessa strisciava nell'erba, quasi schiacciata al suolo. Seguimmo con il fiato sospeso (e con le macchine fotografiche impugnate) per lunghi minuti gli spostamenti, fino a quando i facoceri, giunti all'acqua, si accovacciarono sulle gambe per bere. La leonessa fece ancora qualche passo, e giunta al punto dove l'erba alta lasciava posto al terriccio umido, balzò come un fulmine sulle sue prede. I facoceri, con una reattività inaspettata, si destarono in piedi e con grande velocità corsero ai due lati opposti. La leonessa concluse la sua corsa proprio dove prima c'erano i due animali, fermandosi di colpo. I due facoresi erano già distanti e salvi, mentre alla leonessa, probabilmente provata dall'età, non restò che osservare, delusa e da lontano, il suo pasto che fuggir via.
Non sempre il facocero diventa il pasto del leone. Ad essere sinceri, la sua carne è molto buona (simile al cinghiale, per capirci).
Ecco la scheda della Lista Rossa dell'IUCN
Ecco alcune stupende immagini dal sito ArKive
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