Gli Edo (chiamati anche Bini o Benin) sono un popolo della Nigeria che abitano principalmente lo stato omonimo (divenuto tale nel 1991 dopo la divisione dello stato del Bendel - Benin e Delta), posto a sud del popoloso paese, ad ovest del fiume Niger. Il loro numero è stimato essere intorno ai 3,8 milioni di persone, mentre la loro lingua, l'edo (o una delle oltre 30 lingue similari), è parlata da oltre 5 milioni di persone. Secondo molti storiografi gli antenati degli Edo erano presenti nell'attuale Nigeria già 4.000/5.000 anni fa. Fino alla fine dell'anno mille gli Edo furono guidati da una dinastia capeggiata da un Ogiso (re del cielo) che li portò ad incrociarsi, e forse in parte a confondersi, con gli Yoruba. La capitale a quel tempo era chiamata Igodomingodo.
Dopo un periodo di transizione, alla fine del 1100, con il re Ekewa I, fu istituita la figura dell'oba, monarca e capo religioso, che ancora oggi (l'attuale monarca dovrebbe essere il 39° della dinastia) guida il popolo Edo.
Fu in quel periodo (XII secolo) che prosperò anche il Regno del Benin (in realtà il nome era Ubinu, storpiato dai vicini in Bini e infine, successivamente intorno al XV secolo, dai portoghesi in Benin). Proprio quando giunsero i portoghesi sulle coste africane, l'Impero del Benin comprendeva un territorio vasto che occupava l'intera Nigeria oltre che l'attuale Benin, il Togo e il Ghana.
Le prime testimonianze dei missionari cattolici raccontano di uno stato ricco, ben organizzato ed efficiente. Inizialmente gli inglesi commerciarono con gli Edo in avorio, olio di palma e pepe. Fu poi introdotto anche un nuovo commercio, quello degli schiavi, che dopo aver arricchito gli Edo, li portò secoli dopo, al declino. Tra il 1896 e il 1897 gli inglesi catturarono e distrussero Benin City, segnando la fine dell'Impero del Benin.
Il rapporto con gli inglesi durante il periodo coloniale e successivamente con gli uomini che hanno guidato la Nigeria fin dall'indipendenza non è mai stato per gli Edo semplice.
Il rapporto con gli inglesi durante il periodo coloniale e successivamente con gli uomini che hanno guidato la Nigeria fin dall'indipendenza non è mai stato per gli Edo semplice.
Gli Edo vivono in villaggi che possono essere composti da pochi nucleo familiari o da migliaia di persone. I villaggi sono il centro della vita politica Edo e i maschi sono divisi in fasce di età a cui sono affidati i compiti di gestione: dalle semplici mansioni quotidiane fino alla guida politica della comunità.
Sono abili artigiani. I loro manufatti in legno ed i loro gioielli sono stati depredati dai colonizzatori ed ancora oggi sono molto ricercati.
Sono abili artigiani. I loro manufatti in legno ed i loro gioielli sono stati depredati dai colonizzatori ed ancora oggi sono molto ricercati.
Nonostante molti Edo siano oggi cristiani o mussulmani, riti e tradizioni restano ancora saldamente nella vita quotidianità. Il legame con il l'Essere Supremo e creatore, "Osanubua", ovvero "la fonte di ogni essere che esiste e sostiene l'universo mondo" è ancora molto vivo ed esprime un rapporto intimo del popolo Edo con la religiosità e la spiritualità.
Gli Edo sono balzati alle nostre cronache a partire dalla fine degli anni '80, quando sono giunte in Italia (ma in genere in Europa) un notevole numero ragazze, poi divenute prostitute, provenienti da Benin City, molte delle quali di etnia Edo.
Queste giovani ragazze (in Italia si parla di un numero variabile tra le 5.000 e le 25.000 ragazze che ogni anno arrivano, l'80% delle quali provenienti da Benin City), giunte in Europa inizialmente con l'inganno, la stregoneria e la complicità di funzionari pubblici italiani poi grazie ad una fitta rete di criminali, affollano oggi le strade di periferia di molte grandi città italiane.
Ecco il link al sito Edo-Nation, dedicato appunto agli Edo
Un approfondimento sugli Edo dal sito Trip Down Memory Lane
Vai alla pagina di Sancara sui Popoli d'Africa
2 commenti:
Ciao Gianfranco, sono una ragazza che arriva proprio da Benin City, nel cuore dell'Edo State. Grazie per questa tua bellissima analisi storica e culturale. Il popolo Edo in quanto tale, in Nigeria non esiste più, restano tradizioni e lo sfondo animista. Ci siamo abbastanza mescolati tra Yoruba e Igbo che hanno preso il sopravvento. (Questo in Nigeria, in Benin non so).
Posso anche assicurati che nessun Edo è mussulmano, religione che odiano profondamente, soprattutto adesso che c'è Boko Haram. Anzi molti si sono uniti al MEND (che tu certamente sai cos'è).
Altra cosa .. Quelle che tu chiami ragazze che "affollano le strade italiane", io le chiamo le "Ragazze di Benin City", io purtroppo sono stata una di loro, secondo la Caritas in Italia, oggi, sarebbero 27.000. Dal 2011 sonoin prima linea per combattere la mafia nigeriana in Italia.
Un abbraccio (Maris)
Grazie Maris per il tuo contributo. In alcuni luoghi, più di altri, la distinzione tradizionale tra gruppi etnici si sta assottigliando sempre più, grazie alla convivenza e alle unioni miste. Nelle grandi città e nei paesi più economicamente avanzati, come la Nigeria, questo è più frequente. Sulla questione islam - leggo le tue posizioni - che, da ateo convinto, non mi trovano sempre d'accordo. Pur riconoscendo - da sempre - che il maggior danno all'umanità è sempre stato fatto - nella storia - dalle religioni, ed in particolare quelle monoteistiche, credo che oggi sia solo il "turno" di quella islamica. Tendo cmq sempre a dividere la fede religiosa (e al pratica) da estremismi di vario genere dettati da questioni che usano la religione per altri e meno nobili scopi. Ma il discorso sarebbe lungo. Infine, ho letto e seguo la tua storia..... come si dice da noi, tanto di cappello! Le "ragazze di Benin City" sono le vittime di un sistema che vede molti complici : dalle famiglie alle istituzioni religiose, dallo stato nigeriano alle madam, dalla mafia nigeriana ai funzionari corrotti delle ambasciate, dai clienti italianissimi alle istituzioni incapaci di affrontare il discorso.... Sto preparando un post sul tema e naturalmente indicherò la tua storia e la tua Fondazione come punto di riferimento. Ciao Maris, un abbraccio a te
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