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martedì 24 marzo 2015

Kareyce Fotso, tra modernità e tradizione

Una voce unica, che mette assieme il calore del blues e la dolcezza della tradizione musicale africana. La cantante camerunense Kareyce Fotso è questo: una miscela, ben riuscita, di questi elementi, tra modernità e tradizione.
Nata in Cameroun, alla fine degli anni '70 (vi è un pò di femminile mistero sulla sua data di nascita), figlia di uno scultore e di una commericiante, di etnia Bamilekè, cresce poi tra i Beti. Studia chimica e poi cinema, all'Università di Yaoundè, ma la sua vera passione è cantare. Fin da piccola era affascinata dalla voce di Anne-Marie Nzie, che negli anni '40 cantava bikutsi, una musica del Camerun centrale.  Inizia quindi a farlo nei locali e nei cabaret di Yaoundè, per poi, a dal 2001, unirsi ai Korongo Jam con cui danza e canta per oltre 6 anni. A partire dal 2009 approda sulla scena internazionale dopo una tournee in Francia.



Il primo album esce nel 2009 (Mulato) e a questi seguiranno altri due Kwenge (2010) e Mokete (2014). Quest'ultimo, registrato quasi interamente in studio a Yaoundè e uscito nell'aprile del 2014, è un omaggio al suo paese, poichè rappresenta un itinerario tra le varie regioni in cui Kareyce, oltre ad usare ritmi e suoni differenti, canta in otto diverse lingue.

I suoi testi parlano di differenze tra i generi, di relazioni, di violenze e di esilio, senza mai far mancare una piccola dose di umorismo e di amore, estremo, per la vita. Un contagioso modo, facilitato anche dal suo solare sorriso, di raccontare l'Africa in tutte le sue declinazioni.

I suoi concerti dal vivo sono intensi e vitali, a volte persino densi di charme e umorismo. Assieme alla sua chitarra la Fotso suona strumenti della tradizione africana come tamburi o la sanza (uno strumento lamellofono simile alla mbira)

Ecco il sito ufficiale
Ecco una sua intervista
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