Si è svolto oggi, nell'ambito del IX Festival Internazionale del Giornalismo (Perugia 15-19 aprile) un interessante dibattito sul ruolo del media occidentali nell'immagine che essi danno dell'Africa. Il panel, organizzato dalla rete di giornalismo partecipativo Voci Globali ha posto l'accento sull'informazione, spesso parziale e incompleta, che i media occidentali danno sull'Africa. Lo ha fatto sfruttando l'esperienza del giornalista e poeta nigeriano Tolu Ogunlesi (The Africa Report), della giornalista e saggista Silvia Pochettino (Volontari per lo Sviluppo, Ong 2.0), della giornalista free-lance Antonella Palmieri e della co-fondatrice di Voci Globali Antonella Sinopoli.
Dalle notizie che vengono pubblicate il lettore si è fatto, nel tempo, un'immagine del continente africano che spesso poco corrisponde alla realtà. Un'idea di un continente dove prevalgono povertà, violenza e ingiustizie, dove tutti sono rassegnati ad una vita in fuga e ad una mancanza dei più elementari diritti, non tiene minimamente conto di una realtà, quella africana, sicuramente complessa ma, colma di avanguardie economiche, culturali, tecnologiche e sociali.
Alcuni esempi possono aiutarci a capire. L'Africa è trattata come un unicum, tralasciando che nei 54 paesi le differenze sono talora abissali. Sudafrica e Sudan sono distanti non solo geograficamente, così come lo sono il Mozambico e la Nigeria. Ma, anche nello stesso paese, convivono, spesso a pochi chilometri, popolazioni con strutture sociali semplici e antiche e Università e Centri di Ricerca di primissimo piano nel mondo.
Nelle recente epidemia di Ebola (ma la cosa potrebbe essere valida per altre situazioni) si è posto sempre l'accento sugli interventi delle ONG straniere, tralasciando l'impegno e il lavoro di decine di migliaia di operatori sanitari africani (medici, infermieri, educatori) che in prima linea hanno affrontato una delle più gravi crisi sanitarie dell'epoca moderna.
Così come bisogna essere onesti, quando si mettono in atto campagne di sensibilizzazione atte a raccogliere fondi, si omettono i grandi risultati ottenuti nell'ambito dell'educazione o dell'economia. Insomma, diciamola in modo diverso, un'Africa povera e bisognosa è funzionale a quel senso di pietismo, quando non di vero senso di colpa, capace di far aprire i portafogli di molte persone.
L'informazione sull'Africa dimentica che è africano l'unico paese al mondo dove in Parlamento siedono più donne che uomini o che sono ben 18 i paesi africani (tra gli 81 del mondo) che sono stati governati da una donna e che tra quelli che non hanno mai visto una donna al potere si annoverano "esempi di civiltà" come gli Stati Uniti, il Giappone o l'Italia.
Si dimentica che in Africa vi sono 127 siti Patrimonio dell'Umanità molti dei quali non elementi naturali, ma frutto dell'intervento dell'uomo. Che vi sono 37 elementi culturali tutelati dall'UNESCO (Patrimoni immateriali). Che vi sono Università di altissimo livello (alcune molto sopra gli standard italiani), centri di ricerca internazionali e finissime realtà culturali in tutte le arti delle conoscenze umane (dalla musica alla scrittura, dalla danza al teatro, dalla pittura alla scultura). Che vi sono aziende che producono prodotti di grande qualità che stentano ad entrare in un mercato dominato dal Nord del mondo. Insomma, un'altra Africa.
Quando nel 2010 feci nascere questo blog, il mio intento era proprio quello di raccontare l'Africa, quella orrenda come quella bella, scavando tra i luoghi e tra le notizie. Presentando il continente, la sua arte, la sua storia e facendo risaltare aspetti di apparente secondo piano, che non sempre occupano i nostri media. L'ho fatto stando non Africa, perché credo nella possibilità di fare una buona, attenta e critica riflessione anche senza essere - nel momento in cui si scrive - in Africa. Continuerò a farlo, perché sono convinto aiuti a capire il nostro presente.
I contenuti del dibattito sono visibili dal sito di Voci Globali che ha trasmesso in diretta streaming l'evento
Tra le cose che si possono leggere per comprendere l'Africa vi sono senz'altro la pagina Facebook di African Voices dove confluisce quasi tutto quanto avviene nel continente o il Blog Immagine dell'Africa, che proprio da queste considerazioni sull'informazione distorta, molto prima di Sancara, trae le sue origini o ancora Cafè Africa, più centrato sul viaggio. Naturalmente sono solo alcune delle mie preferenze, molte altre sono le possibilità di conoscere la complessità del continente africano.
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