Il commercio di esseri umani ha tristemente accompagnato la storia della nostra umanità. In un apparente paradosso di diritti, con le prime civiltà è nata la schiavitù, ovvero l'espansione della cultura e dell'organizzazione sociale si è accompagnata con la totale negazione dei diritti individuali per alcuni. Sebbene in epoca antica la riduzione in schiavitù fu ampiamente praticata, la nostra memoria mette maggiormente a fuoco quella che è universalmente nota come la tratta Atlantica, ovvero quella enorme deportazione di uomini e donne che fu messa in atto, a partire dalla metà del 1500 e per oltre tre secoli, dall'Africa verso le Americhe. Dai 10 ai 13 milioni di persone (secondo alcuni anche 20 milioni) furono comprati, incatenati, trasportati, venduti e sfruttati. Molti di essi morirono ancor prima di arrivare nel nuovo mondo.
Oggi la tratta di esseri umani è un fenomeno, contrariamente a quanto si pensa, ancora molto attuale e per molti versi sommerso e di difficile caratterizzazione. Oggi, come allora, essa è anche una fonte enorme di denaro, un'economia illegale (si stima un volume di affari di diverse decine di miliardi di dollari, seconda solo al traffico di droghe e di armi) che alimenta l'economia legale in una compenetrazione perversa e pericolosa.
Certo oggi le strade del traffico di esseri umani (trafficking)- che si è oramai fuso con l'altro fenomeno più caratteristico del nostro secolo, ovvero quello della tratta di immigrati (smuggling) - tanto da rendere difficile la differenziazione - portano a settori ben precisi dello sfruttamento e delle economie illegali.
Oggi le Organizzazioni Internazionali definiscono infatti la tratta come:
"il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, la custodia di persone, tramite l'uso della forza o altre forme di coercizione, di sottrazione, di frode, di inganno, di abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o nell'atto di dare o ricevere qualche forma di pagamento o di altro introito per acquistare il consenso o il controllo di una persona su un'altra persona, allo scopo di sfruttamento, incluse le varie forme di sfruttamento sessuale, di lavoro, di schiavitù o di commercio di organi" (definizione 2010)
A tutte queste categorie della crudeltà umana, che interessa principalmente donne e minori e che tendenzialmente mette il relazione i paesi poveri (che forniscono gli esseri umani) e i paesi ricchi (che usano la merce umana) aggiungerei quella dei bambini soldato, che resta invece confinata all'interno delle aree del Sud del mondo ed in particolare dell'Africa, ma che ha caratteristiche molto simili.
Così come sono in aumento lo sfruttamento di uomini, donne e minori ai fini dell'accattonaggio forzato e delle economie illegali (spaccio, furti, scippi, rapine).
Così come sono in aumento lo sfruttamento di uomini, donne e minori ai fini dell'accattonaggio forzato e delle economie illegali (spaccio, furti, scippi, rapine).
Lavoro forzato di adulti e minori, sfruttamento sessuale di donne, minori e recentemente di giovani uomini, la servitù domestica, il lavoro forzato di adulti e minori, accattonaggio forzato, azioni criminali forzate, l'espianto di organi e i bambini soldato, sono compresi in quel grande insieme di tratta e sfruttamento, le cui caratteristiche e violenza fanno rabbrividire.
L'intervento contro la tratta - per quanto difficile e complesso - è sicuramente nelle attenzioni dell'Unione Europea (molti suoi paesi ne sono coinvolti in entrambi i sensi). Oggi la vastità dei fenomeni migratori si incrociano con quelli della tratta e le reti criminali sfruttano al meglio questi movimenti, disordinati e incontrollati di esseri umani, per aumentare i propri affari.
I numeri della tratta, proprio perché si parla di un fenomeno sommerso, sono sempre delle stime. Save The Children parla di 4 milioni di persone nel mondo che sono emerse (che sono state identificate in quanto vittime), ma come è comprensibile si tratta di un epifenomeno la cui base è molto, molto più ampia. Solo l'ILO (organizzazione mondiale del lavoro) stima in oltre 200 milioni i lavoratori (molti minorenni) sfruttati nel mondo. In Italia dal 2000 ad oggi sono oltre 70 mila le persone che hanno usufruito dei programmi di protezione stabiliti dalla legge.
Se il mondo dello sfruttamento sessuale, seppur con modalità diverse dalla fine degli anni '90, continua a interessare un grande numero di donne e di minori, sono decisamente in aumento il lavoro forzato (pensate ai lavoratori dell'agricoltura o a quelli dei laboratori tessili clandestini) e l'induzione ad azioni criminali (furti, spaccio, rapine) che costringono le forze dell'ordine e gli operatori sociali impegnati sul campo ad una rivisitazione delle strategie e delle modalità di azione.
Inutile dirlo che la lotta alla tratta, oltre ad essere fondamentale per colpire le reti criminali, rappresenta un'atto di civiltà e di giustizia (così come avvenne con i movimenti antischiavisti della fine del 1800) di cui tutti dovremmo sentirci responsabili e coinvolti.
Non possiamo permettere che nel terzo millennio uomini possano sfruttare altri uomini e restare impuniti. Dovremmo tutti imparare ad aprire gli occhi (e non solo) e chiederci se il lavoratore che ci costruisce la casa, se il ragazzo che chiede l'elemosina fuori al supermercato, se il bracciante che raccoglie i pomodori o se la prostituta all'angolo godono della libertà di scegliere, pur nelle difficoltà economiche, la propria condizione di vita.
In Italia, dal 2000, è attivo il Numero Verde Antitratta (800290290), voluto dal Dipartimento delle Pari Opportunità e gestito operativamente dal Servizio Antitratta del Comune di Venezia. Uno strumento a disposizione di tutti affinché questa lotta di civiltà possa essere vinta. Al tempo stesso è attiva, a norma di legge, una rete di progetti (pubblici e del privato sociale) di assistenza alle vittime di tratta, immediata e nel tempo, capace di favorire la fuoriuscita dalle più diverse e gravi forme di sfruttamento.
Per un approfondimento sulla tratta relativa alla prostituzione nigeriana in Italia, vi rimando a questo post di Sancara.
Sancara aveva pubblica questo post in occasione della Giornata Europea contro la tratta, nel 2013.
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