Lo sviluppo di un paese dipende dalla sua gente e non dal denaro. Il denaro, e la ricchezza che esso rappresenta, è il risultato e non il fondamento per lo sviluppo. (..) Il requisito più importante è il lavoro. Andiamo nei villaggi e parliamo con la nostra gente per capire se sia possibile lavorare ancora di più. |
Primo Ministro Tanganika (1960-1962)
Presidente Tanganika (1962-1964)
Presidente Tanzania (1964-1985)
Presidente Organizzazione dell'Unità Africana (1984-1985)
Julius Kambarage Nyerere è considerato il padre fondatore della Tanzania. E' sicuramente una delle personalità più importanti ed influenti dell'Africa moderna e una figura di rilievo del novecento mondiale.
Il principe Nyerere (era infatti figlio di un re Zanaki, una delle molte etnie dell'area) nacque il 13 aprile 1922, dopo aver studiato a Tabora, essersi convertito al cattolicesimo e aver ottenuto un diploma all'Università di Makerere (in Uganda), insegnò biologia e inglese presso una scuola dei Padri Bianchi (da dove gli deriverà il soprannome di Mwalimu, in swahili maestro) prima di ottenere una borsa di studio per l'Università di Edimburgo (primo tanzaniano a studiare nel Regno Unito), dove finì i suoi studi in Storia ed Economia nel 1952.
Rientrato in Tanganika, dopo essersi sposato, insegnò al St.Frencis College ma, a causa della sua attività politica, fu costretto a licenziarsi e nel luglio 1954 fondò il Partito Tanganika African National Union (TANU) con un'impronta legata al socialismo africano e alle nascenti idee di panafricanismo. Anche nella nascita della formazione politica Nyerere seppe mettere insieme cattolici e mussulmani tanto da scongiurare qualsiasi rivalità di tipo religioso.
Viaggiò in lungo e in largo per il paese cercando di mettere insieme le varie anime nazionaliste e, solo grazie alla sua integrità morale, fu in grado di condurre il paese all'indipendenza senza spargimento di sangue. Eletto nel Consiglio Coloniale nel 1958, nel 1960 fu Primo Ministro dell'autogoverno e successivamente, alla dichiarazione di indipendenza (9 dicembre 1961), fu Primo Ministro e l'anno successivo Presidente della Repubblica. Nyerere raccolse le redini di un paese in cui su 10 milioni di abitanti l'85% era analfabeta e vi erano solo 16 medici, 9 veterinari e un ingegnere.
Grazie al suo ruolo di mediazione riuscì ad ottenere l'unione con la vicina Zanzibar (dove nel gennraio 1964 vi era stata una rivoluzione) e a far nascere, il 26 aprile 1964, l'odierna Tanzania, di cui fu nominato Presidente.
La politica di Nyerere fu caratterizzata da una forte e ferma condanna all'apartheid e al colonialismo (nel 1965 ruppe le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna che aveva accettato il governo bianco della Rhodesia).
La politica di Nyerere fu caratterizzata da una forte e ferma condanna all'apartheid e al colonialismo (nel 1965 ruppe le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna che aveva accettato il governo bianco della Rhodesia).
Il 5 febbraio 1967, con la dichiarazione di Arusha, Nyerere tracciò le linee del suo pensiero politico di sviluppo economico e sociale del paese. Per Nyerere la via socialista africana si centrava sulla comunità (in swahili Ujamaa, ovvero famiglia estesa o fratellanza) rurale (da cui la definizione di socialismo rurale) concentrando le attività sulla cooperazione e lo sviluppo collettivo.
L'idea socialista di Nyerere si sviluppava anche su altre linee come l'uguaglianza sociale (abolizione delle discriminazioni basate sulla nascita), la nazionalizzazione dei settori chiave dell'economia, la "villaggizazione" (rappruppamento delle popolazioni rurali in villaggi di produzione), il raggiungimento dell'autosufficienza economica e culturale, il riconoscimento a tutta la popolazione dell'accesso alla terra e l'istruzione gratuita e obbligatoria per tutti.
E' difficile dire se il suo programma ebbe successo, certo le condizioni esterne non lo aiutarono: la crisi petrolifera degli anni settanta, il crollo dei prezzi di alcuni beni esportati e lo scoppio della guerra con l'Uganda di Idi Amin nel 1978 crearono una situazione non certo favorevole ad una giovane e fragile nazione. Oggi la storia ci insegna che le giovani nazioni africane furono quantomeno non aiutate nelle loro indipendenza, ma molto più spesso furono oggetto di vere e proprie politiche di destabilizazzione quando non di vera e propria "regia dall'esterno".
Nyerere - che era stato tra i fondatori dell'Organizzazione dell'Unità Africana e di cui fu Presidennte dal 1984 al 1985 - tenne fuori la Tanzania dalle dispute durante la guerra fredda, proclamando lo stato di neutralità. Nel 1985, Nyerere fu il secondo capo di Stato africano (dopo il senegalese Leopold Senghor e prima di Nelson Mandela) a lasciare spontaneamente il potere, stanco, come ebbe a dire " di guidare uno stato costretto a mendicare". Chiara era la sua critica alle politiche del Fondo Monetario Internazionale a cui si era sempre opposto e a cui, dopo la sua uscita di scena, il paese si chinò (gli accordi vennero firmati nel 1986 dal suo successore Ali Hassan Mwuinyi).
Lasciò però un paese, senz'altro povero, ma unito e in pace, cosa tutt'altro che comune ieri, come oggi, in Africa. Soprattutto, e questo è stato il suo vero successo, un paese in cui quasi tutti i bambini andavano a scuola.
Restò però alla guida del Partito, che nel 1977 si era fuso con l'Afro-Shirazi Party (ASP) che guidava Zanzibar, facendo nascere il Chama Cha Mapinduzi (CCM) ancora oggi esistente. Lo guidò fino al 1990, quando si dedicò a viaggiare (cosa che non aveva fatto molto durante la sua presidenza) e nel 1996 fu a capo dei mediatori nel conflitto civile in Burundi.
Il 14 ottobre 1999, in un ospedale a Londra, il padre della nazione tanzaniana, morì di leucemia, aveva 77 anni.
Nyerere seppe tenersi distante dal potere nel senso comune a quel tempo. Rinunciò ai privilegi per se e soprattutto per la sua famiglia. Tra gli scritti lasciati da Nyerere (a dire il vero non moltissimi) vi è la traduzione in swahili delle opere di Shakespeare.
A partire dal 2005, su iniziativa della diocesi di Musona, è aperta una causa di beatificazione ancora in corso. Caso unico per un capo di stato, ancor più se cattolico e socialista.
Per saperne di più:
- Socialismo in Tanzania, Julius Nyerere, Il Mulino, 1970
- Nyerere, il maestro. Vita utopie di un padre dell'Africa, cristiano e socialista, Silvia Cinzia Turrin, Ed. EMI, 2012
- Scheda biografica su African History
Vai alla pagina di Sancara sui Profili Africani
Nyerere - che era stato tra i fondatori dell'Organizzazione dell'Unità Africana e di cui fu Presidennte dal 1984 al 1985 - tenne fuori la Tanzania dalle dispute durante la guerra fredda, proclamando lo stato di neutralità. Nel 1985, Nyerere fu il secondo capo di Stato africano (dopo il senegalese Leopold Senghor e prima di Nelson Mandela) a lasciare spontaneamente il potere, stanco, come ebbe a dire " di guidare uno stato costretto a mendicare". Chiara era la sua critica alle politiche del Fondo Monetario Internazionale a cui si era sempre opposto e a cui, dopo la sua uscita di scena, il paese si chinò (gli accordi vennero firmati nel 1986 dal suo successore Ali Hassan Mwuinyi).
Lasciò però un paese, senz'altro povero, ma unito e in pace, cosa tutt'altro che comune ieri, come oggi, in Africa. Soprattutto, e questo è stato il suo vero successo, un paese in cui quasi tutti i bambini andavano a scuola.
Restò però alla guida del Partito, che nel 1977 si era fuso con l'Afro-Shirazi Party (ASP) che guidava Zanzibar, facendo nascere il Chama Cha Mapinduzi (CCM) ancora oggi esistente. Lo guidò fino al 1990, quando si dedicò a viaggiare (cosa che non aveva fatto molto durante la sua presidenza) e nel 1996 fu a capo dei mediatori nel conflitto civile in Burundi.
Il 14 ottobre 1999, in un ospedale a Londra, il padre della nazione tanzaniana, morì di leucemia, aveva 77 anni.
Nyerere seppe tenersi distante dal potere nel senso comune a quel tempo. Rinunciò ai privilegi per se e soprattutto per la sua famiglia. Tra gli scritti lasciati da Nyerere (a dire il vero non moltissimi) vi è la traduzione in swahili delle opere di Shakespeare.
A partire dal 2005, su iniziativa della diocesi di Musona, è aperta una causa di beatificazione ancora in corso. Caso unico per un capo di stato, ancor più se cattolico e socialista.
«Vorrei
accendere una candela e metterla in cima al monte Kilimanjaro affinché
illumini al di là delle nostre frontiere, dando speranza a quanti sono
disperati, portando amore dove c'è odio e dignità dove prima c'era solo
umiliazione».
Per saperne di più:
- Socialismo in Tanzania, Julius Nyerere, Il Mulino, 1970
- Nyerere, il maestro. Vita utopie di un padre dell'Africa, cristiano e socialista, Silvia Cinzia Turrin, Ed. EMI, 2012
- Scheda biografica su African History
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