L'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), organismo intergovernativo nato nel 1951, con sede principale a Ginevra e con lo status di osservatore all'interno del sistema delle Nazioni Unite, da tempo è preoccupata per l'aumento delle vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Un fenomeno che sta interessando fortemente il nostro paese e che si mescola con quello delle migrazioni via mare dei soggetti richiedenti asilo. E' un fatto che naturalmente riguarda in stregante maggioranza giovani ragazze nigeriane, spesso minorenni, (sul tema della prostituzione nigeriana in Italia si veda questo post di Sancara) che sempre più si riversano nelle nostre strade.
Gli operatori del settore vedono negli ultimi mesi un grande afflusso di giovani donne nelle strade classiche della prostituzione nelle città italiane.
L'intenzione dell'OIM è quella di attirare l'attenzione di media ed istituzioni su un fenomeno, quello della tratta di giovani donne africane, che appariva in declino (grazie alla grande azione di contrasto delle autorità italiane) e che invece ha trovato, purtroppo, nuova linfa con l'enorme flusso migratorio degli ultimi anni. L'OIM ha stilato, in collaborazione con associazioni e organizzazioni che si occupano del fenomeno della Tratta, una proposta con 11 punti che necessitano di attenzione e di urgente attuazione.
Sono raccomandazioni che attengono a tutte le sfere del complesso fenomeno. Dalla sensibilizzazione dei clienti, agli aspetti legislativi, dalla tutela della vittima agli strumenti per gli operatori sociali e per le forze dell'ordine, dalle azioni nei paesi d'origine ai rimpatri forzati.
Eccoli nella loro forma originale.
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È urgente che istituzioni e società civile lavorino insieme per contribuire a produrre un cambiamento nell’approccio culturale alla gestione del fenomeno della tratta di esseri umani. È necessario sperimentare interventi che includano gli “utilizzatori finali” di tale commercio, prevedendo delle campagne di sensibilizzazione ad hoc (soprattutto verso le nuove generazioni) che illustrino con chiarezza “cosa” c’è dietro l’offerta di prestazioni sessuali e che analizzino la disparità fra i sessi e la concezione della donna ancora strumentale, spesso all’origine di rapporti squilibrati e violenti. 1
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È necessario innovare il sistema anti-tratta italiano attualmente troppo rigido e non aggiornato rispetto al cambiamento dei flussi migratori che interessano l’Italia. In particolare è importante notare come i finanziamenti previsti non siano sufficienti a soddisfare la richiesta di accoglienza e protezione dei migranti, in particolare se vulnerabili.
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È urgente adottare il piano nazionale sulla tratta per rendere operativa una protezione efficace delle vittime che comprenda assistenza legale, psicologica, sanitaria e socio lavorativa. È particolarmente importante che aumenti anche il numero delle comunità disposte ad accogliere i più vulnerabili, le migranti minorenni (in sensibile aumento), donne in stato di gravidanza o con minori a carico, donne con problemi di salute e uomini sfruttati.
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È necessario aumentare la durata del permesso di soggiorno per protezione sociale previsto ai sensi dell’art. 18 del testo Unico sull’Immigrazione per potere assicurare alle vittime il tempo necessario per l’inserimento nel tessuto di residenza e – in generale - una assistenza e integrazione più efficace.
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È fondamentale prevedere un rafforzamento della capacità di accoglienza delle vittime di tratta che vengono individuate come tali già al momento dello sbarco per assicurare loro un’immediata protezione (attraverso case di fuga dedicate) e allontanarle dai loro sfruttatori, che viaggiano spesso a bordo degli stessi barconi. È anche per questo particolarmente urgente recepire con legge e rendere effettiva la possibilità che alle vittime venga concesso un periodo di riflessione così che possano maturare la decisione di denunciare o chiedere una protezione specifica alle associazioni e organizzazioni competenti, come prevede la normativa europea
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È particolarmente urgente uniformare l’applicazione del percorso sociale a quello giudiziario. La legislazione italiana è senz’altro una delle più avanzate in Europa in termini di tutela delle vittime di tratta. Tuttavia, sul territorio le prassi sono contrastanti e soggette alla discrezionalità delle istituzioni. Si deve rendere effettiva l’applicazione di una norma già esistente, pensata per offrire protezione a tutte le vittime a prescindere dalla denuncia dei responsabili del crimine.
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Si raccomanda di creare dei canali efficaci di rinvio tra i diversi sistemi di assistenza previsti dalla normativa nazionale per i migranti. Le categorie giuridiche hanno confini opachi, una vittima di tratta può essere anche una richiedente asilo e un minore non accompagnato. Questa maggiore comunicazione può essere promossa attraverso la redazione di protocolli operativi tra i diversi attori istituzionali e la società civile.
8. È fondamentale prevedere un sistema di aggiornamento formativo costante in favore
delle forze dell’ordine, delle autorità di frontiera, degli operatori impegnati nella gestione dello
sbarco e nella prima e seconda accoglienza e degli operatori sanitari per potere comprendere
appieno il fenomeno, contribuire ad una identificazione precoce e proteggere le vittime di
tratta con tempestività ed efficacia.
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È essenziale prestare particolare attenzione alle minori potenziali vittime di tratta, persone, se possibile, ancora più vulnerabili, partendo dalla loro minore età e in un’ottica di definizione del loro migliore interesse. Tali interventi potrebbero includere anche la sperimentazione di nuove forme di accoglienza, ad esempio attraverso delle famiglie affidatarie adeguatamente formate.
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È urgente prevedere degli interventi mirati nei principali paesi di origine delle vittime di tratta. Tali azioni dovrebbero includere attività di sviluppo, educazione e assistenza alle donne più vulnerabili e a rischio tratta, compresa la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione continue sui rischi dell’immigrazione irregolare, dei viaggi e della tratta in generale e sulle reali condizioni di vita e possibile sfruttamento in Europa.
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Nel caso di rimpatri forzati è sempre necessario prestare particolare attenzione alla vulnerabilità della singola situazione e non procedere laddove vi sia il rischio che le donne o gli uomini siano soggetti a forme di ri-vitttimizzazione o ri-tratta, o qualora esse o i loro familiari possano essere soggetti a minacce, ritorsioni e violenze.Sono naturalmente raccomandazioni che si rivolgono alle Istituzioni, Enti Locali in primo luogo, che spesso proprio in virtù delle ristrettezze di bilancio, stanno disinvestendo su temi su cui lo stesso OIM riconosce all'Italia un'avanzata legislatura e prassi operative consolidate nel tempo.
Sono però questioni che non possiamo delegare solo agli addetti ai lavori ma, che devono interessare tutti noi poiché la connessione con altre forme di criminalità sono alte e si intersecano con fenomeni che spesso poco hanno a che fare con la prostituzione. Così come sono italianissimi la quasi totalità dei clienti che usano (o come qualcuno ebbe modo di dire, utilizzano) queste donne.
Loro, le ragazze, sono le vittime quasi sempre indifese di questo ignobile commercio.
Ecco l'ultimo Rapporto dell'OIM sulle vittime di tratta nell'ambiente dei flussi migratori
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