La Gambia è il più piccolo stato continentale dell'Africa. Con i suoi 11.300 chilometri quadrati e con 1,9 milioni di abitanti, si colloca al 167° posto nel mondo per estensione e al 150° posto per numero di abitanti. Insomma paese minuscolo che, enclave del Senegal, è costituito da pochi chilometri di territorio su entrambe le sponde del fiume omonimo. Un paese con scarse risorse (è un produttore di arachidi) e da sempre assistito dalla comunità internazionale. Un paese che, ad essere sinceri, non molti conoscono (conoscevano) e che per molti era perfino difficile collocare su di una mappa geografica.
Da due anni il Gambia è balzato agli "onori della cronaca" per il numero, crescente, di persone che sbarcano e che richiedono asilo in Italia. Da due anni i Gambiani rappresentano il terzo o il quinto gruppo di richiedenti asilo (oltre 8.000 all'anno nell'ultimo biennio) dopo Nigeria, Eritrea e Somalia. I siriani, per capirci, stanno dietro in questa classifica.
Con il loro arrivo si è iniziato anche a parlare di loro per quanto riguarda fenomeni di criminalità legati al commercio di stupefacenti.
Con il loro arrivo si è iniziato anche a parlare di loro per quanto riguarda fenomeni di criminalità legati al commercio di stupefacenti.
La situazione in Gambia non è facile. Recentemente l'Human Right Watch ha definito il governo del Gambia "uno dei più repressivi del mondo". Torture, sparizioni e omicidi a cui si aggiunge una serrata campagna, violenta e discriminatoria, contro gli omosessuali (nel 2015 è entrata in vigore una legge che istituisce il reato di "omosessualità aggravata"). Il governo di Jahya Jammeh, che prese il potere con un colpo di stato nel luglio 1994, non lascia dubbi al fatto che nel paese la libertà, di parola e di azione, è alquanto compromessa. Nel 2012 Sancara aveva pubblicato un post che raccontava delle condanne a morte messe in atto nel paese dopo oltre 30 anni.
Jammeh, che ironia della sorte è nato nell'anno dell'indipendenza della Gambia, continua a stupire con le sue prese di posizioni spesso contro-corrente e tendenti a rompere piuttosto che tessere relazioni. Nel 2007 dichiarò al mondo di aver scoperto una cura per l'infezione da HIV a base erbe e allontanò la funzionaria delle Nazioni Unite che si occupava di AIDS. Due anni fa ha fatto uscire il paese dal Commonwealth, causando la sospensione degli aiuti umanitari dell'Unione Europea. Recentemente, ad oltre 20 anni dal golpe, Jammeh ha proclamato la Gambia una "nazione islamica", allo scopo di cercare aiuti dal mondo arabo.
In questo contesto, non certo idilliaco, i giovani, quasi esclusivamente maschi (i residenti regolari Gambiani in Italia, circa 3.500, sono per il 90% maschi come del resto anche gli oltre 8.000 i richiedenti protezione internazionale nel 2015) emigrano verso l'Europa. E' vero che la Gambia è stata sempre un paese di migrazioni. La diaspora conta oltre 100 mila persone nel mondo (sebbene quella del passato era una migrazione ad alta qualificazione).
Questa, quella della perdita dei diritti, delle persecuzioni, delle violenze e delle discriminazioni è la storia della maggior parte dei ragazzi del scappano dal Gambia. Della maggior parte, appunto.
E' noto che all'interno di questo caotico (verrebbe da dire, volutamente) flusso di uomini che dal Sud del mondo arrivano verso Nord, si infiltrano altre storie meno nobili e umane.
Se è vero che nel flusso proveniente dalla Nigeria le organizzazioni criminali che controllano il mercato della prostituzione in Italia (ed in Europa) stanno facendo arrivare migliaia di ragazze destinate alle nostre strade, la sensazione è che qualcosa di analogo stia succedendo anche nel flusso proveniente dal Gambia.
Alcuni segnali dovrebbero farci allarmare. I giovani gambiani sono entrati di prepotenza nel mercato delle droghe in Italia, non tanto come capita a molti ragazzi che vengono reclutati in Italia dai trafficanti locali ma, con un'organizzazione più "alta e complessa". Recenti arresti, in particolare nel Nord dell'Italia, hanno dimostrato una rete fitta, diffusa e ben organizzata. Alcune fonti parlano di come una nota piazza di Napoli si stata "presa", in poco tempo e senza ostacoli (che a Napoli significa quelli di organizzazioni criminali ben radicate e "gelose" del proprio territorio) dai ragazzi gambiani. Già alcuni scafisti gambiani sono stati tratti in arresto.
La Gambia ha una posizione geografica strategica per le reti criminali. Confina a sud, attraverso una stretta striscia di terra senegalese, con la Guinea Bissau, da tempo oramai (da metà degli anni 2000, quando i cartelli sudamericani decisero di colonizzarlo, manu militari) crocevia delle rotte degli stupefacenti che dal Sud-America giungono in Europa. E' un territorio piccolo, ha un porto sicuro all'interno di una foce fluviale ed ha un governo autoritario, isolato internazionalmente e bisognoso di denaro. Condizioni assolutamente ideali per la criminalità internazionale.
Che la Gambia possa rischiare di essere la nuova Guinea Bissau dell'Africa dell'Occidentale?
Jammeh, che ironia della sorte è nato nell'anno dell'indipendenza della Gambia, continua a stupire con le sue prese di posizioni spesso contro-corrente e tendenti a rompere piuttosto che tessere relazioni. Nel 2007 dichiarò al mondo di aver scoperto una cura per l'infezione da HIV a base erbe e allontanò la funzionaria delle Nazioni Unite che si occupava di AIDS. Due anni fa ha fatto uscire il paese dal Commonwealth, causando la sospensione degli aiuti umanitari dell'Unione Europea. Recentemente, ad oltre 20 anni dal golpe, Jammeh ha proclamato la Gambia una "nazione islamica", allo scopo di cercare aiuti dal mondo arabo.
In questo contesto, non certo idilliaco, i giovani, quasi esclusivamente maschi (i residenti regolari Gambiani in Italia, circa 3.500, sono per il 90% maschi come del resto anche gli oltre 8.000 i richiedenti protezione internazionale nel 2015) emigrano verso l'Europa. E' vero che la Gambia è stata sempre un paese di migrazioni. La diaspora conta oltre 100 mila persone nel mondo (sebbene quella del passato era una migrazione ad alta qualificazione).
Questa, quella della perdita dei diritti, delle persecuzioni, delle violenze e delle discriminazioni è la storia della maggior parte dei ragazzi del scappano dal Gambia. Della maggior parte, appunto.
E' noto che all'interno di questo caotico (verrebbe da dire, volutamente) flusso di uomini che dal Sud del mondo arrivano verso Nord, si infiltrano altre storie meno nobili e umane.
Se è vero che nel flusso proveniente dalla Nigeria le organizzazioni criminali che controllano il mercato della prostituzione in Italia (ed in Europa) stanno facendo arrivare migliaia di ragazze destinate alle nostre strade, la sensazione è che qualcosa di analogo stia succedendo anche nel flusso proveniente dal Gambia.
Alcuni segnali dovrebbero farci allarmare. I giovani gambiani sono entrati di prepotenza nel mercato delle droghe in Italia, non tanto come capita a molti ragazzi che vengono reclutati in Italia dai trafficanti locali ma, con un'organizzazione più "alta e complessa". Recenti arresti, in particolare nel Nord dell'Italia, hanno dimostrato una rete fitta, diffusa e ben organizzata. Alcune fonti parlano di come una nota piazza di Napoli si stata "presa", in poco tempo e senza ostacoli (che a Napoli significa quelli di organizzazioni criminali ben radicate e "gelose" del proprio territorio) dai ragazzi gambiani. Già alcuni scafisti gambiani sono stati tratti in arresto.
La Gambia ha una posizione geografica strategica per le reti criminali. Confina a sud, attraverso una stretta striscia di terra senegalese, con la Guinea Bissau, da tempo oramai (da metà degli anni 2000, quando i cartelli sudamericani decisero di colonizzarlo, manu militari) crocevia delle rotte degli stupefacenti che dal Sud-America giungono in Europa. E' un territorio piccolo, ha un porto sicuro all'interno di una foce fluviale ed ha un governo autoritario, isolato internazionalmente e bisognoso di denaro. Condizioni assolutamente ideali per la criminalità internazionale.
Che la Gambia possa rischiare di essere la nuova Guinea Bissau dell'Africa dell'Occidentale?
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