Parlare di crimini rituali ai nostri giorni, può sembrare quasi un assurdo. Viviamo in un mondo (il nostro, sia chiaro) in cui queste cose sembrano appartenere al passato remoto o essere confinate a situazioni di estrema margionalità, criminalità e naturalmente patologiche. In altri luoghi del pianeta però parlare di crimini rituali (o di sacrifici umani, per semplificare molto) non è così fuori contesto. da tempo l'UNICEF e le Associazioni di difesa dei Diritti Umani lanciano segnali di allarme rispetto a situazioni in cui si fondono elementi di modernità (internet, comunicazioni, commercio online) e suggestioni e riti scaramantici che accompagnano il corso della vita.
Amuleti, feticci, stregoneria, pozioni e polveri magiche si trovano e si vendono in molti paesi africani (ma non solo).
Oggetti fabbricati nei più svariati modi, tra cui organi di esseri viventi, non solo animali.
Numeri precisi non si hanno. Ma, da tempo in Gabon è attiva un'associazione (ALCR - Association de Lutte contre le Crimes Rituels), nata da un gruppo di genitori di bambini scomparsi e trovati orrendamente mutiliati, che hanno verificato oltre 130 casi di minori vittime di crimini rituali.
La situazione - che è già stata segnalata nel passato (tra tutti vi segnalo questo articolo sul Manifesto) appare più seria di quello che si può pensare, perchè elementi delle tradizioni antiche si fondono con il crimine. Riti di iniziazione, presenza di sette clandestine e fenomeni quali il vampirismo cavalcano credenze, magia e un eccessivo bisogno di protezione soprattutto - e questo è l'elemento più imbarazzante - tra le classi più alte della popolazione.
Infatti, feticci di protezione e di successo, spesso molto costosi, raggiungono gli strati sociali più alti alla frenetica ricerca di successi nella vita. In tutta l'Africa Occidentale (sospetti vi sono oltre che in Gabon anche nel Mali e nel Senegal) vi sono indizi per cui i crimini rituali siano stati usati in campagne politiche ed elezioni (da cui una certa protezione degli stregoni-criminali). Naturalmente, neanche a dirlo, le vittime dei sacrifici appartengono tutte alle classi sociali più povere. Tra di loro molti sono bambini albini, che soprattutto in Africa Orientale sono oggetti di violenze e assurde credenze.
Possimo ovviamente liquidare la questione con l'arretratezza culturale e umana che proviene dall'Africa ma, alcuni studiosi vedono nella grande disparità economica presente soprattutto nelle grandi città africane, la base per cui la paura di scivolare negli inferi porta ad affidarsi ad assurde e criminali pratiche spesso senza la reale consapevolezza della complessità) e crudeltà) del fenomeno. Di contro, la grande presenza di infanzia abbandonata, che vive per strada e alla giornata, li porta ad essere, come scrive lo studioso del fenomeno Filip De Boeck, "catalizzatori di un disagio collettivo diffuso".
In alcuni luoghi del continenete africano i bambini pagano un tributo alla vita enorme. Coinvolti in guerre, sfruttati nel lavoro, soggetti a malattie di ogni tipo, oggetto di attenzioni sessuali e fuori dai circuiti dai circuiti della formazione, rischiano di finire nelle mani di scicalli e approfittatori di ogni sorte.
Ecco una petizione, proprio su questo tema, su Change, per chi volesse firmarla
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