E' di queste ore l'accorato appello di Alex Zanotelli ai giornalisti italiani ad illuminare l'Africa. Quel illuminare che deve essere intesa come accendere una luce o puntare i riflettori sulle questioni africane troppo spesse ignorate o mal raccontate. Ignorate soprattutto da quelli che "aiutiamoli a casa loro".
Un invito a rompere un silenzio che porta a non comprendere le ragioni che stanno alla base delle situazioni di guerra e di conflitto del continente, dell'aumento dei profughi provenienti dall'Africa e dell'incremento delle migrazioni cosiddette "economiche".
Un appello che un piccolo blog come Sancara, che nasce nel 2010 con l'obiettivo proprio di parlare d'Africa, non può che condividere e far proprio. Certo i miei interventi su questo blog sono delle piccole gocce d'acqua in un oceano agitato. Quante volte mi sono chiesto se ne valeva la pena, se il tempo speso a pensare, a studiare e poi scrivere d'Africa poteva essere impiegato in altro modo. Quante volte sono stato vicino a dire basta, chiudo questa esperienza. Poi, ogni volta, uno dei soliti luoghi comuni sparato da qualche improvvisato politico, una delle solite sciocchezze scritte sui social o un articolo che si spacciava per serio, zeppo si idiozie, mi hanno fatto desistere e mi hanno dato l'impulso a continuare.
Parlare d'Africa non è facile. Soprattutto farlo in modo corretto che non scivoli nel pietismo (spesso ricercato per altri scopi) e che sia comprensibile a tutti. Ancora più difficile è poi richiamare l'attenzione sui temi africani.
Siamo troppo abituati a raccontare l'Africa durante la fase acuta di grandi tragedie, per poi ignorarne, subito dopo, perfino l'esistenza.
Nell'immaginario collettivo l'Africa è una unica grande nazione (in realtà sono 54 paesi con situazioni sociali, culturali, economiche, linguistiche, etniche, religiose e geografiche completamente diverse l'uno dall'altro) tutto appiattito su di una grande povertà.
Oggi molti guardano all'Africa quasi con fastidio. Un fastidio frutto di un'immagine distorta che si ha del continente e più in generale delle persone che da quel continente scappano.
L'appello di Zanotelli rappresenta l'ennesimo stimolo a continuare a raccontare l'Africa dei drammi ma, anche quella delle bellezze. A scrivere dei conflitti e delle guerre del continente, della povertà a volte estrema, delle ingiustizie e degli orrori ma anche delle enormi risorse materiali, umane, sociali e culturali che da ogni parte dell'Africa fanno fatica a giungere alla nostra attenzione.
Sancara nasce con questo scopo.
Chi è Alex Zanotelli?
Alessandro Zanotelli è un missionario nato in Trentino nel 1938. Appartiere all'ordine dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, noti come Comboniani (dal nome del suo fondatore il veronese Daniele Comboni, morto nel 1881 a Khartum nell'odierno Sudan).
Zanotelli è stato in Sudan dal 1965 al 1973 tra la popolazione dei Nuba durante la guerra civile sudanese. Per le sue critiche al governo e per le sue denunce al sistema di oppressione del governo fu costretto a non ritornare in quel paese (il governo gli negò il visto).
Si trasferì a Verona dove dal 1978 al 1987diresse la rivista Nigrizia che oltre a denunciare le storture africane non faceva mancare pesanti denunce al sistema politico degli aiuti al cosiddetto terzo mondo. Durante gli anni della sua direzione la rivista divenne un punto centrale di studio e osservatori sui temi del pacifismo e della critica verso i sistemi economici che creano disparità tra i popoli.
Fu tra i fondatori del movimento dei Beati Costruttori di Pace che mette al centro delle azioni la questione della giustizia.
Dal 1989 al 2001 è stato in Kenya nella baraccopoli di Korogoche alle porte di Nairobi.
Dal 2001 vive a Napoli nel rione Sanità, dove oltre ad essere presente nella difficile situazione del quartiere continua a seguire le questioni internazionali ed in particolari quelle africane.
Ecco il sito di Nigrizia