Si è chiusa il 12 luglio a Cracovia (Polonia) la 41° Sessione del Comitato per i Siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. E' stata una sessione che ha permesso di fare il punto della situazione dei 1073 siti mondiali, di verificarne lo stato di conservazione e di analizzarne gli eventuali problemi nella tutela.
Per l'Africa è stata l'ennesima prova di come il patrimonio presente nel continente non sia esclusivamente quello naturalistico.
La Sessione del 2017 ha inscritto nel Patrimonio Mondiale altri 21 siti (3 naturali e 18 culturali). Tre sono i nuovi siti africani, tutti nell'area culturale.
Si tratta anche di due nuovi paesi (Angola ed Eritrea) che entrano nella lista per la prima volta.
Sono stati inseriti:
- La città di Mbanza Kongo, in Angola, che fu la capitale politica e culturale del Regno Kongo (XIV-XIX sec.), uno dei più grandi Regni del Sudafrica pre coloniale. Una città posta a quasi 600 metrici altitudine;
- La città di Asmara, capitale dell'Eritrea, situato sopra i 2000 metri e frutto di una moderna pianificazione (fu edificata tra il 1893 e il 1941);
- La terra dei Khomani San, i boscimani del deserto del Kalahari, in Sudafrica, dove si raccoglie la presenza di questo popolo dall'Eta' della Pietra ai nostri giorni.
Sono tre siti che, in modo diverso, permettono di approfondire la storia africana spesso oltre molti luoghi comuni.
La sessione di Cracovia ha anche esteso un altro sito africano, quello naturale del W National Park del Niger (già iscritto nel 1996), oggi diventato un sito transnazionale (Benin, Burkina Faso e Niger) che raccoglie i tre parchi confinanti sotto un unico complesso: il Complesso di W-Arly-Pendjari.
Infine, e questa è una ottima notizia, due siti africani sono stati rimossi dai siti Patrimonio dell'Umanità in pericolo (oggi 54). Infatti il Parco Nazionale Simien (uno dei primi siti divenuti Patrimonio dell'Umanità, 1978) era stato inserito nella lista dei siti in pericolo nel 1996 a causa del passaggio di una strada al suo interno, dello scarso management e dell'impatto negativo dei visitatori. Oggi tale pericolo, grazie ad oltre due decenni di sforzi, è stato scongiurato.
vale lo stesso per il Parco Nazionale Comoè (inserito nel 1983) e inserito nei siti a rischio dal 2003 a causa dell'aumento del bracconaggio e dell'aumentata invasione umana. Dal 2005 è in corso un grande progetto di miglioramento del management finanziato in gran parte dalla Comunità Europea. Il miglioramento dell'habitat e e della conservazione della fauna ha permesso la rimozione, dal 2017, dai siti a rischio.
Sono purtroppo ancora 22 (sui 54 del mondo) i siti africani nella lista dei patrimoni dell'Umanità in pericolo. Molti di essi a causa delle guerre.
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