Ripropongo, oggi a 30 anni dall'assassinio di Thomas Sankara, il suo profilo che scrissi nel 2013.
martedì 15 ottobre 2013
Thomas Sankara (1949-1987), un sognatore
Presidente Burkina Faso (1983-1987)
Thomas Isidore Noel Sankara, per molti è stato il Che Guevara d'Africa. Un uomo integro, che aveva fatto di tutto, in parte riuscendoci, per far uscire il suo paese, l'Alto Volta (da lui rinominato Burkina Faso, "paese degli uomini integri") dalla povertà e dalla dipendenza verso gli ex paesi coloniali. Il suo progetto, rivoluzionario sotto molti aspetti, idealista, fu interrotto da una raffica di mitra dopo quattro anni. Aveva 37 anni.
“La nostra rivoluzione è, e deve essere, l’azione collettiva di rivoluzionari per trasformare la realtà e migliorare concretamente la situazione delle masse del nostro Paese. La nostra rivoluzione avrà avuto successo solo se, guardando indietro, attorno e davanti a noi, potremmo dire che la gente è, grazie alla rivoluzione, un po’ più felice perché ha acqua potabile, un’alimentazione sufficiente, accesso ad un sistema sanitario ed educativo, perché vive in alloggi decenti, perché è vestita meglio, perché ha diritto al tempo libero, perché può godere di più libertà, più democrazia, più dignità.”
Thomas, terzo di dieci figli, era nato a Yako il 21 dicembre 1949 da una famiglia cattolica (padre Joseph di etnia peul e madre Marguerite, mossi) che aveva tentato di indirizzarlo al sacerdozio. Da giovane fu un abile chitarrista, passione che l'accompagnò per tutta la vita. A 17 anni invece, Thomas si arruolò nell'esercito. La sua formazione militare avvenne in Madagascar (1970-73) all'Accademia militare di Antisitabè, in un periodo di tumulti e rivolte. Per un breve periodo sarà anche in Francia.
Dopo essere stato istruttore nella divisione paracadutisti (1976) ed aver frequentato un corso in Marocco (1978), assieme ad altri giovani ufficiali fondò, agli inizi degli anni '80, la ROC (Regroupment des Officiers Communistes), un'organizzazione di di miliari comunisti, con la quale prepara la "teoria" della sua rivoluzione.
Sotto la presidenza di Saye Zerbo (1980-1981), Thomas divenne nel 1981, dopo esser stato promosso capitano, Segretario di Stato per l'Informazione (settembre 1981), carica che abbandonò il 21 aprile 1982 in opposizione al regime.
A seguito del golpe del capitano Jean-Baptiste Ouedraogo avvenuto l'8 novembre 1982, Thomas Sankara divenne, il 10 gennaio 1983 Primo Ministro e in tale veste partecipa al vertice dei Paesi non Allineati a Delhi (7-12 marzo).
Il 17 maggio 1983 fu destituito e messo agli arresti domiciliari dallo stesso Ouedraogo. L'arresto portò ad una vera e propria rivolta, Sankara fu liberato il 30 maggio e il 4 agosto, i militari guidati da Blaisè Campaorè, sospinti dal movimento popolare di studenti e lavoratori, rovesciarono il regime di Ouedraogo e Thomas Sankara, assunse la carica di Presidente del Consiglio nazionale della Rivoluzione (CNR). Il gruppo dei fedelissimi è composto da Campaorè, Zongo e Lingani, oltre che da civili e molte donne.
I quattro anni di presidenza di Thomas Sankara furono una vera e propria rivoluzione. Il 2 ottobre 1983 Sankara pronunciò il discorso di orientamento politico, che gettò le basi della sua politica. Rinunciò a tutti i privilegi della sua carica (auto, aereo presidenziale e ogni genere di lusso). Il 4 agosto del 1984 l'Alto Volta divenne Burkina Faso e pochi giorni dopo nazionalizzò terre e miniere.
Il 4 ottobre 1984, pronuncia un celebre discorso alle Nazioni Unite (il Burkina Faso è membro di turno del Consiglio di Sicurezza), affermando "di parlare a nome di tutti coloro che soffrono in ogni angolo del mondo". Poco dopo Sankara lancia un ambizioso programma di sviluppo che punta al miglioramento della vita, dell'ambiente e delle infrastrutture. Quella che in altri luoghi del pianeta potrebbe essere definita una rivoluzione "rosso-verde".
L'azione del suo governo si sviluppò secondo alcune direttive ben chiare: lotta ai privilegi e alla corruzione (si attenne ad uno stile di vita sobrio, senza privilegi per se e per la famiglia, non era insolito vederlo girare in bicicletta da solo, amava ripetere "non possiamo essere la classe dirigente ricca di un paese povero"), centralità della produttività agricola (produciamo quel che consumiamo), una forte politica dell'acqua (due pasti e 10 litri di acqua al giorno per ognuno), lotta alla desertificazione (non possiamo aspettare la siccità a braccia incrociate) e programmi di riforestazione, centralità del ruolo della donna, lotta all'analfabetismo partecipazione dei comitati alle decisioni e conservazione delle tradizioni.
Il suo grande carisma e la sua profonda onestà e sobrietà furono la spinta iniziale al cambiamento collettivo e alle conquiste.
Il 29 luglio 1987 Sankara parlò alla XXV Conferenza dell'OUA ad Addis Abeba, pronunciando un forte discorso (ecco il link) contro il debito e invitando i paesi debitori a non pagarlo.
Forse spinse troppo oltre l'acceleratore, sicuramente chiese grandi sacrifici a tutti (sempre comunque prima a se stesso), quel che è certo è che si fece molti nemici all'estero e alcuni, più pericolosi, all'interno. Certo era un visionario e come molti uomini di quel genere era sprezzante e irriverente.
Il 15 ottobre 1987, Thomas Sankara fu ucciso assieme a 12 ufficiali. Ad organizzare il golpe fu il suo compagno e braccio destro, Blaise Campaorè, che ancora oggi guida il paese.
Si spegneva così la giovane vita di un idealista, di un sognatore che forse avrebbe potuto dare una svolta alle sorti dell'intero continente. Come scrisse Jean Ziegler, la morte di Sankara è stato un dramma per l'intera Africa.
La storia di Thomas Sankara, le sue idee, le sue lotte, purtroppo, non sono molto note dalle nostre parti. L'Africa post-coloniale è un buco nero nella storia.
Per saperne di più:
Il sito Thomas Sankara Net, una ricorsa completa di documenti e altro
Questo invece è un documentario su Thomas Sankara curato dal giornalista Silvestro Montanaro
Fiorella Mannoia e Thomas Sankara (post di Sancara)
Una canzone che l'ivoriano Alpha Blondy ha dedicato a Sankara
La pagina facebook Giustizia per Thomas Sankara
Bibliografia (in italiano)
- Thomas Sankara. Una speranza recisa, Aluisi Tosolini, EMI Bologna, 1988
- La vittoria dei vinti, Jean Ziegler, Edizioni Sonda, 1992
- Thomas Sankara, il presidente ribelle, Marinella Correggia (a cura), Minifestolibri, 1997
- L'Africa di Thomas Sankara, Carlo Batà, Acheb 2003
- Una foglia, una storia. Vita di Thomas Sankara, Valentina Biletta, Ediarco, 2005
- Sankara.Un rivoluzionario africano, Alessandro Aruffo, Massari, 2007
- La voce del deserto, Vittorio Martinelli, Zona, 2009
Vai alla pagina di Sancara Profili Africani
Dopo essere stato istruttore nella divisione paracadutisti (1976) ed aver frequentato un corso in Marocco (1978), assieme ad altri giovani ufficiali fondò, agli inizi degli anni '80, la ROC (Regroupment des Officiers Communistes), un'organizzazione di di miliari comunisti, con la quale prepara la "teoria" della sua rivoluzione.
Sotto la presidenza di Saye Zerbo (1980-1981), Thomas divenne nel 1981, dopo esser stato promosso capitano, Segretario di Stato per l'Informazione (settembre 1981), carica che abbandonò il 21 aprile 1982 in opposizione al regime.
A seguito del golpe del capitano Jean-Baptiste Ouedraogo avvenuto l'8 novembre 1982, Thomas Sankara divenne, il 10 gennaio 1983 Primo Ministro e in tale veste partecipa al vertice dei Paesi non Allineati a Delhi (7-12 marzo).
Il 17 maggio 1983 fu destituito e messo agli arresti domiciliari dallo stesso Ouedraogo. L'arresto portò ad una vera e propria rivolta, Sankara fu liberato il 30 maggio e il 4 agosto, i militari guidati da Blaisè Campaorè, sospinti dal movimento popolare di studenti e lavoratori, rovesciarono il regime di Ouedraogo e Thomas Sankara, assunse la carica di Presidente del Consiglio nazionale della Rivoluzione (CNR). Il gruppo dei fedelissimi è composto da Campaorè, Zongo e Lingani, oltre che da civili e molte donne.
I quattro anni di presidenza di Thomas Sankara furono una vera e propria rivoluzione. Il 2 ottobre 1983 Sankara pronunciò il discorso di orientamento politico, che gettò le basi della sua politica. Rinunciò a tutti i privilegi della sua carica (auto, aereo presidenziale e ogni genere di lusso). Il 4 agosto del 1984 l'Alto Volta divenne Burkina Faso e pochi giorni dopo nazionalizzò terre e miniere.
Il 4 ottobre 1984, pronuncia un celebre discorso alle Nazioni Unite (il Burkina Faso è membro di turno del Consiglio di Sicurezza), affermando "di parlare a nome di tutti coloro che soffrono in ogni angolo del mondo". Poco dopo Sankara lancia un ambizioso programma di sviluppo che punta al miglioramento della vita, dell'ambiente e delle infrastrutture. Quella che in altri luoghi del pianeta potrebbe essere definita una rivoluzione "rosso-verde".
L'azione del suo governo si sviluppò secondo alcune direttive ben chiare: lotta ai privilegi e alla corruzione (si attenne ad uno stile di vita sobrio, senza privilegi per se e per la famiglia, non era insolito vederlo girare in bicicletta da solo, amava ripetere "non possiamo essere la classe dirigente ricca di un paese povero"), centralità della produttività agricola (produciamo quel che consumiamo), una forte politica dell'acqua (due pasti e 10 litri di acqua al giorno per ognuno), lotta alla desertificazione (non possiamo aspettare la siccità a braccia incrociate) e programmi di riforestazione, centralità del ruolo della donna, lotta all'analfabetismo partecipazione dei comitati alle decisioni e conservazione delle tradizioni.
Il suo grande carisma e la sua profonda onestà e sobrietà furono la spinta iniziale al cambiamento collettivo e alle conquiste.
Il 29 luglio 1987 Sankara parlò alla XXV Conferenza dell'OUA ad Addis Abeba, pronunciando un forte discorso (ecco il link) contro il debito e invitando i paesi debitori a non pagarlo.
Forse spinse troppo oltre l'acceleratore, sicuramente chiese grandi sacrifici a tutti (sempre comunque prima a se stesso), quel che è certo è che si fece molti nemici all'estero e alcuni, più pericolosi, all'interno. Certo era un visionario e come molti uomini di quel genere era sprezzante e irriverente.
Il 15 ottobre 1987, Thomas Sankara fu ucciso assieme a 12 ufficiali. Ad organizzare il golpe fu il suo compagno e braccio destro, Blaise Campaorè, che ancora oggi guida il paese.
Si spegneva così la giovane vita di un idealista, di un sognatore che forse avrebbe potuto dare una svolta alle sorti dell'intero continente. Come scrisse Jean Ziegler, la morte di Sankara è stato un dramma per l'intera Africa.
La storia di Thomas Sankara, le sue idee, le sue lotte, purtroppo, non sono molto note dalle nostre parti. L'Africa post-coloniale è un buco nero nella storia.
Per saperne di più:
Il sito Thomas Sankara Net, una ricorsa completa di documenti e altro
Questo invece è un documentario su Thomas Sankara curato dal giornalista Silvestro Montanaro
Fiorella Mannoia e Thomas Sankara (post di Sancara)
Una canzone che l'ivoriano Alpha Blondy ha dedicato a Sankara
La pagina facebook Giustizia per Thomas Sankara
Bibliografia (in italiano)
- Thomas Sankara. Una speranza recisa, Aluisi Tosolini, EMI Bologna, 1988
- La vittoria dei vinti, Jean Ziegler, Edizioni Sonda, 1992
- Thomas Sankara, il presidente ribelle, Marinella Correggia (a cura), Minifestolibri, 1997
- L'Africa di Thomas Sankara, Carlo Batà, Acheb 2003
- Una foglia, una storia. Vita di Thomas Sankara, Valentina Biletta, Ediarco, 2005
- Sankara.Un rivoluzionario africano, Alessandro Aruffo, Massari, 2007
- La voce del deserto, Vittorio Martinelli, Zona, 2009
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