La tratta atlantica degli schiavi ha profondamente trasformato le società africane. Secoli di migrazioni forzate hanno talora indebolito, quando non fatto scomparire, intere popolazioni o Regni, hanno costretto molti popoli ad isolarsi e altri a partecipare, a man bassa, alla spartizione di ingenti quantitativi di ricchezze. Tutto, sacrificando, secondo le stime, oltre 20 milioni di africani.
Di contro sono state esportate tradizioni e culture e poi, le generazioni successive, quelle del ritorno della diaspora nel continente, hanno riportato in Africa assieme ad altre innovazioni culturali.
Quella della musica, meglio della contaminazioni musicale tra il continente africano e quello centro americano, è un capitolo senz'altro affascinante.
Negli anni '30, lungo il fiume Congo, nelle vie delle due grandi città che affacciano sulle sue rive , Leopoldville (oggi Khinshasa) (Congo Belga) e Brezzaville (Congo Francese), si sviluppo' un movimento artistico-musicale che prende il nome di rumba africana.
Africana perchè le origini di questa musica, la rumba, sono nell'isola di Cuba (rumba cubana) dove, proprio gli schiavi africani avevano importato ritmi che si sono fusi facendo nascere, alle fine del XIX secolo, la rumba cubana.
Sono anni in cui nei locali delle due città si suona, si balla e ci si diverte. E' un movimento soprattutto culturale che si diffonde con grande velocità e che non ha uguali in quegli anni in Africa.
Sono anni in cui nei locali delle due città si suona, si balla e ci si diverte. E' un movimento soprattutto culturale che si diffonde con grande velocità e che non ha uguali in quegli anni in Africa.
La rumba africana prende successivamente anche altri nomi come soukous (probabilmente dal francese secouer, agitarsi), rumba congolese e infine lingala (quando giunge, successivamente in Africa Orientale).
La rumba africana, come avviene spesso in Africa, è intimamente legata al ballo, un movimento spesso sensuale e che nelle moderne declinazioni giunge ad essere una danza che definirla erotica non è poi così azzardato e dove la mimica dell'atto sessuale è molto più che accennata. Del resto secondo alcuni etno-musicologi, il significato originale della rumba è proprio una richiesta esplicita di tipo sessuale, eseguita con dolcezza e rigore stilistico.
Negli anni '40 e 50' la rumba diventò molto popolare in Africa (tra i musicisti di quegli anni, molto popolare, ma che non hanno sfondato in Europa bisogna senz'altro ricordare Tchico Tchicaya, la voce d'oro africana) ed era suonata da big band (su modello di quelle jazzistiche) la cui popolarità varcò i confini del continente verso il Nord America e l'Europa. Sono gli anni in cui la African Jazz di Gran Kalle, da molti considerata la prima band nata in Congo (negli anni 30) e rimasta sulla scena fino al suo scioglimento nel 1983. Una musica che metteva assieme strumenti della tradizione (soprattutto percussioni) con le voci classiche del jazz (contrabbasso, sassofono, trombe e clarinetti) e non solo (chitarre elettriche). Dalle band si passò poi a gruppi più o meno numerosi come organico che negli anni '60 e '70 diedero vita alla contaminazione con il rock and roll. Tra i personaggi chiave di quell'epoca anche Pepe Kalle, l'elefante (per la sua stazza) deceduto per un infarto nel 1998. La crisi politica degli anni '70 del Congo (rinominato Zaire) portò molti musicisti a lasciare il Paese e a diffondere, anche la rumba, altrove. Nacque così in Africa Orientale (Kenya e Tanzania) la rumba swahili che a sua volta contaminò molto la rumba classica aggiungendo sonorità e strumenti di un'altra area del continente africano. Contaminazione che sono poi alla base di quella che viene universalmente conosciuta come world music.
Queste continue contaminazioni portarono inevitabilmente molti musicisti a trasferirsi in Europa (tra di essi Papa Wemba, uno degli artisti più osannati del panorama musicale africano tanto da essere definito il re della rumba e fondatore, assieme a Manuaku Waku e N'Yola Longo, nel 1970 di un gruppo, i Zaiko Langa Langa, ancora oggi in attività e noto per aver suonato alla cerimonia del Rumble of the Jungle assieme ad artisti internazionali) dove l'industria musicale ed il mercato offrivano maggiori opportunità (economiche e di contaminazione). L'apporto di questa nuova generazione di musicista sullo stile delle rumba fu quella legata alla lingua (si inizia ad usare soprattutto il francese e gli strumenti elettronici tipici del pop internazionale.
Ancora oggi la rumba è molto diffusa in Africa sebbene i suoi canoni originali siano oramai molto distanti. La sua danza, sensuale, continua a destare curiosità e perfino indignazione. Una sua versione, chiamata ndombolo, è stata perfino bandita in alcuni luoghi e alcuni governi (Mali, Camerun e Kenya) hanno tentato limitarla o comunque di censurarla.
Negli anni '40 e 50' la rumba diventò molto popolare in Africa (tra i musicisti di quegli anni, molto popolare, ma che non hanno sfondato in Europa bisogna senz'altro ricordare Tchico Tchicaya, la voce d'oro africana) ed era suonata da big band (su modello di quelle jazzistiche) la cui popolarità varcò i confini del continente verso il Nord America e l'Europa. Sono gli anni in cui la African Jazz di Gran Kalle, da molti considerata la prima band nata in Congo (negli anni 30) e rimasta sulla scena fino al suo scioglimento nel 1983. Una musica che metteva assieme strumenti della tradizione (soprattutto percussioni) con le voci classiche del jazz (contrabbasso, sassofono, trombe e clarinetti) e non solo (chitarre elettriche). Dalle band si passò poi a gruppi più o meno numerosi come organico che negli anni '60 e '70 diedero vita alla contaminazione con il rock and roll. Tra i personaggi chiave di quell'epoca anche Pepe Kalle, l'elefante (per la sua stazza) deceduto per un infarto nel 1998. La crisi politica degli anni '70 del Congo (rinominato Zaire) portò molti musicisti a lasciare il Paese e a diffondere, anche la rumba, altrove. Nacque così in Africa Orientale (Kenya e Tanzania) la rumba swahili che a sua volta contaminò molto la rumba classica aggiungendo sonorità e strumenti di un'altra area del continente africano. Contaminazione che sono poi alla base di quella che viene universalmente conosciuta come world music.
Queste continue contaminazioni portarono inevitabilmente molti musicisti a trasferirsi in Europa (tra di essi Papa Wemba, uno degli artisti più osannati del panorama musicale africano tanto da essere definito il re della rumba e fondatore, assieme a Manuaku Waku e N'Yola Longo, nel 1970 di un gruppo, i Zaiko Langa Langa, ancora oggi in attività e noto per aver suonato alla cerimonia del Rumble of the Jungle assieme ad artisti internazionali) dove l'industria musicale ed il mercato offrivano maggiori opportunità (economiche e di contaminazione). L'apporto di questa nuova generazione di musicista sullo stile delle rumba fu quella legata alla lingua (si inizia ad usare soprattutto il francese e gli strumenti elettronici tipici del pop internazionale.
Ancora oggi la rumba è molto diffusa in Africa sebbene i suoi canoni originali siano oramai molto distanti. La sua danza, sensuale, continua a destare curiosità e perfino indignazione. Una sua versione, chiamata ndombolo, è stata perfino bandita in alcuni luoghi e alcuni governi (Mali, Camerun e Kenya) hanno tentato limitarla o comunque di censurarla.