Secondo gli etimologi la parola Ksour (o ksar) deriva dall'arabo qasr (castello, villaggio fortificato). In definitiva i Ksour non sono altro che dei villaggi tipici dell'area del Maghreb, costruite da popolazioni berbere, dove si trovano essenzialmente abitazioni e granai, posti spesso su colline o punti elevati, vicino a corsi d'acqua o oasi, che venivano fortificati per poterli facilmente difendere dagli attacchi dei predoni del deserto.
Essi si trovavano lungo le vie carovaniere trans-sarahaiane e spesso diventavano centri di cultura e educazione islamica. Oggi rappresentano il punto centrale di quella sviluppatissima cultura islamica che caratterizza l'intera area del maghreb.
Nel 1996 l'UNESCO ha inserito all'interno dei siti Patrimonio dell'Umanità gli antichi ksour di Ouadane, Chinguetti, Tichitt e Oulata in Mauritania.
Si tratta di 4 villaggi (o meglio, antiche città) costruiti tra il 1000 e il 1200, che, nonostante i secoli trascorsi e fasi di sviluppo e declino, si conservano ancora in buone condizioni. Molti di essi sono diventati avamposti dei portoghesi come Ouadane alla fine del 1400.
A Tichitt sono state anche trovati resti e fonti che attestano la presenza di forme sociali già a partire dall'800 A.C.
A Chinguetti, città santa dell'Islam, erano inoltre ospitate 24 biblioteche (le biblioteche del deserto), dove quando a partire dagli anni '50 sono state iniziate le opere di recupero del patrimonio, sono stati trovati antichi e preziosi manoscritti (il più antico dei quali risalente al 480) spesso custoditi (non sempre bene) da privati.
Un grande lavoro di recupero e di salvaguardia del patrimonio di manoscritti è stato svolto dall'antropologi italiano Attilio Gaudio.
Oggi le città sono raggiungibili attraverso piste nel deserto, percorribili con fuoristrada.
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